ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00056

Dati di presentazione dell’atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 19 del 26/06/2018
Firmatari
Primo firmatario: CENNI SUSANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 22/06/2018
Commissione assegnataria
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELL’INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 22/06/2018
Stato iter:

IN CORSO

Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 26/06/2018

ATTO MODIFICATO IL 28/06/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00056

presentato da

CENNI Susanna

testo di

Martedì 26 giugno 2018, seduta n. 19

  CENNI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:

con l’espressione «caporalato» s’intende l’intermediazione illegale e lo sfruttamento lavorativo, prevalentemente in agricoltura. Tale fenomeno coinvolge circa 400.000 lavoratori in Italia, sia italiani che stranieri, ed è diffuso in tutte le aree del Paese e in settori dell’agricoltura molto diversi dal punto di vista della redditività;

secondo l’Istat il lavoro irregolare in agricoltura, cui è associato comunemente il caporalato, ha registrato una crescita costante negli ultimi 10 anni, attestandosi su un valore di circa il 23 per cento, quasi il doppio rispetto al totale degli altri settori economici nazionali;

nel corso della XVII legislatura, i governi succedutisi e il Parlamento hanno varato alcune misure per contrastare tale fenomeno;

l’approvazione della legge 29 ottobre 2016, n. 199, con la finalità di garantire una maggiore efficacia all’azione di prevenzione e contrasto, introducendo significative modifiche al quadro normativo vigente e prevedendo la repressione penale del caporalato, la tutela delle vittime e dei lavoratori agricoli (anche attraverso la Rete del lavoro agricolo di qualità, alla quale possono essere iscritte le imprese agricole le più virtuose, che non hanno riportato condanne per violazioni della normativa in materia);

la sottoscrizione, il 27 maggio del 2016, del protocollo contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura. L’intesa, firmata dai Ministeri dell’interno, del lavoro e delle politiche sociali, delle politiche agricole alimentari e forestali, dall’ispettorato nazionale del lavoro, dalle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Piemonte, Puglia e Sicilia, dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni di categoria, aveva come finalità principale quella di sostenere e rafforzare gli interventi di contrasto al caporalato e allo sfruttamento su tutto il territorio nazionale. Tra le azioni principali del protocollo si segnalano: stipula di convenzioni per l’introduzione del servizio di trasporto gratuito; istituzione di presidi medico-sanitari mobili; utilizzo di beni immobili disponibili o confiscati alla criminalità per creare centri di servizio e di assistenza socio-sanitari; bandi per promuovere l’ospitalità dei lavoratori stagionali in condizioni dignitose e salubri; sperimentazione di sportelli di informazione per l’incontro domanda e offerta di servizi abitativi; organizzazione di servizi di distribuzione gratuita di acqua e viveri di prima necessità; potenziamento delle attività di tutela ed informazione ai lavoratori; attivazione di servizi di orientamento al lavoro in prossimità del luogo di stazionamento dei migranti; attivazione di sportelli informativi mobili provviste di mediatori linguistico-culturali, psicologi e personale competente; istituzione di corsi di lingua italiana e di formazione professionale;

secondo quanto emerge dall’ultimo rapporto annuale dell’attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale dell’ispettorato nazionale del lavoro nelle ispezioni effettuate nel 2017 sono stati individuati 5.222 lavoratori irregolari, di cui 3.549 in nero, con un tasso d’irregolarità del 50 per cento. L’attività di polizia giudiziaria, inoltre, ha permesso di individuare 387 lavoratori vittime di sfruttamento in agricoltura. Sono stati emessi 360 provvedimenti di sospensione di attività imprenditoriali, 312 dei quali sono stati revocati a seguito di regolarizzazione;

il protocollo contro il caporalato è scaduto, con le sue relative risorse, il 31 dicembre 2017. Nonostante l’attivazione di alcuni progetti, soprattutto a livello provinciale, il documento non è stato ad oggi prorogato;

il Ministro per le politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio ha recentemente dichiarato che «la legge sul caporalato va decisamente cambiata». Una posizione espressa anche dal Ministro dell’interno Matteo Salvini che, rispetto alla normativa vigente ha detto: «invece di semplificare complica»;

in questo clima di incertezza circa le politiche dell’attuale Governo contro il caporalato emergono sulla stampa notizie allarmanti sul proliferare di tale fenomeno soprattutto in relazione alla nuova stagione di raccolta del pomodoro. Le stesse associazioni sindacali hanno rimarcato come l’attuale legislazione sia carente rispetto agli strumenti di prevenzione, che potrebbero essere attivati anche attraverso la proroga del citato protocollo –:

se la lotta al caporalato rappresenti una priorità dell’attuale Governo e se i ministri interrogati intendano assumere iniziative urgenti al fine di rafforzare le normative vigenti, a partire dalla riattivazione del protocollo citato in premessa.
(5-00056)