Introduzione

Le infezioni uterine, che si riferiscono a infezioni batteriche dell’utero, sono piuttosto prevalenti nelle vacche da latte dopo il parto (Sheldon et al., 2006). Normalmente, durante il periodo di involuzione uterina, il sistema immunitario si attiva per eliminare gli agenti patogeni presenti nell’utero e molte vacche da latte risolvono da sé le infezioni entro le 3 settimane dopo il parto (Bekana et al., 1996;Bondurant, 1999;. Sheldon et al, 2006). Le infezione dell’utero danneggiano le  performance riproduttive delle vacche da latte e molte di loro diventano sub-fertili o sterili e sono, di conseguenza, eliminate dall’allevamento (Sheldon et al., 2009a). Sebbene il meccanismo esatto attraverso il quale le infezioni uterine influenzano la capacità riproduttiva non sia stato completamente compreso esso è per lo più legato ai ritardi nella involuzione uterina, alla ripresa dell’attività ovarica e al prolungamento della fase luteale, una volta che l’ovulazione si verifica (Huszenicza et al., 1999; Mateus et al., 2002; Sheldon et al, 2009a.). Infatti le bovine con infezioni uterine esibiscono un tasso di concepimento più basso, richiedono più servizi per il concepimento e hanno  più giorni aperti (Kasimanickam et al., 2004;. Sheldon et al,2009a). Secondo recenti statistiche il tasso di eliminazione  delle vacche da latte, in allevamenti  canadesi, ha  raggiunto il 41,7%, con l’infertilità che è il motivo più frequente d’abbattimento (CanWest DHI 2013). Sebbene siano disponibili diversi antibiotici intrauterini o endovenosi utilizzabili per il trattamento di vacche con infezioni uterine, le preoccupazioni circa residui di farmaci nel latte e sul rischio di resistenza batterica agli antibiotici ne hanno impedito un uso diffuso (Lewis, 1997; Galvão, 2011). L’impiego di batteri lattici (LAB) o probiotici è stato studiato come un potenziale trattamento per la vaginite nelle donne (Reid e Bruce, 2003; Barrons e Tassone, 2008; Homayouni et al, 2014). I probiotici sono microrganismi vivi che beneficiano l’ospite in vari aspetti, quando somministrati in quantità adeguate, tra cui la modifica della composizione microbica e una migliore immunità (Reid et al., 2003; Verdu e Collins, 2005;. Borchers et al, 2009). I batteri lattici, principalmente lattobacilli, vengono utilizzati per trattare le infezioni urogenitali nell’uomo (Reid e Bruce,2003). Un precedente studio condotto dal nostro gruppo ha riferito che 6 dosi intorno al parto di un cocktail di tre LAB isolati dal tratto vaginale di vacche sane hanno abbassato l’incidenza delle perdite vaginali purulente e  migliorato il tasso di concepimento nelle vacche pluripare (Ametaj et al., 2014). Sulla base di questi risultati  abbiamo ipotizzato che  la riduzione del numero di trattamenti intorno al parto da 6  a 2 o 3 trattamenti potrebbe comportare gli stessi effetti benefici. Gli obiettivi di questo studio erano di verificare se il trattamento delle bovine con 2 dosi di LAB (una volta a settimana) durante le prime 2 settimane prima della data prevista del parto o il trattamento con 2 dosi di LAB prima del parto e 1 dose durante la prima settimana dopo il parto potrebbe migliorare l’involuzione uterina e la capacità riproduttiva delle vacche da latte.

Abstract

L’obiettivo di questo studio è stato  quello di valutare se l’infusione intra-vaginale di batteri lattici (LAB) intorno al parto potrebbe accelerare il tasso d’involuzione dell’utero e migliorare le prestazioni riproduttive delle vacche da latte dopo il parto. Un centinaio di vacche da latte Holstein in gravidanza sono state assegnate a uno dei 3 gruppi sperimentali: (1) una dose di LAB durante la settimana -2 e -1 e una di veicolo (latte magro sterile) nella prima settimana rispetto al giorno previsto del parto (TRT1); (2) 1 dose di LAB nella settimana -2, -1, e 1 (TRT2); e (3) 1 dose di veicolo nella settimana -2, -1, e 1 (CTR). Il trattamento LAB è stato eseguito con una miscela liofilizzata di Lactobacillus sakeiFUA3089, Pediococcus acidilactici FUA3138, e Pediococcus acidilactici FUA3140 con una conta di cellule da 108 a 10 9cfu / dose. E’ stata valutata l’involuzione uterina e l’attività ovarica tramite ecografia transrettale settimanalmente dal   7° al 49° giorno dopo il parto. I campioni di sangue sono stati raccolti da un sottoinsieme di vacche per quantificare le prostaglandine PGF2α  , il metabolita PGFM , la PGE2  e il progesteroneLe bovine trattate con LAB avevano una sezione trasversale più piccola del corno gravido e del corpo uterino al 14° giorno dopo il parto. Le bovine del TRT2 hanno ripreso la ciclicità ovarica prima, come indicato da un aumento delle concentrazioni di progesterone nel siero. Le bovine TRT1 avuto meno giorni aperti rispetto a quelle del CTR (110 vs 150 d) mentre le mucche in TRT2 e CTR non differivano per l’intervallo tra il parto e il concepimento. Inoltre, sia TRT1 e TRT2, hanno avuto una maggiore concentrazione di PGFM nella settimana del parto e quelle in TRT2 hanno avuto anche una maggiore concentrazione di PGE 2 il giorno 14 e  21 dopo il parto rispetto al CTR. Nel complesso le bovine trattate per via intravaginale con LAB avevano un corno gravido e uterino più piccolo il giorno 14 dopo il parto rispetto a quelle del gruppo CTR. Il trattamento con LAB aumenta la concentrazione  sierica di PGFM (3533 ± 328 pg / ml  in TRT1, 4470 ± 372 pg / ml in TRT2, e 2.000 ± 328 pg / ml nel CTR rispettivamente il giorno 0 ) con il gruppo TRT1, con  meno bovine che riprendono la  ciclicità ovarica ma con un minor numero di giorni aperti rispetto a entrambi i gruppi TRT2 e CTR. Maggiore ricerca è necessaria per capire meglio il meccanismo con cui la somministrazione di LAB intra-vaginale acceleri l’involuzione uterina e influenzi i profili ormonali.

Autori: Deng et al. Intravaginally administered lactic acid bacteria expedited uterine involution and modulated hormonal profiles of transition dairy cows . J.Dairy Sci. (2015) 98:6018-6028