I professionisti, ma più in generale la gente, vivono in questo tempo il grande paradosso di poter disporre, rispetto a solo qualche anno fa, di tante informazioni che però in molti casi aumentano il senso di confusione e di smarrimento.
La sempre più vasta comunità scientifica internazionale ha la mission, ovviamente, di fare ricerca e di pubblicarne i risultati sulle riviste scientifiche ormai in mano a pochissime multinazionali dell’editoria. Il personale accademico e quello dei centri di ricerca pubblica devono pubblicare anche per fare carriera ed attingere alle risorse pubbliche per continuare a fare ricerca. Questo “tsunami” di pubblicazioni si riversa su 15.000 riviste scientifiche e rappresenta ormai ben oltre 6 milioni di articoli pubblicati ogni anno, ma paradossalmente accessibili solo a pagamento e quindi poco dai professionisti e dal mondo produttivo.
Dall’altra parte esiste l’esperienza professionale, ossia le idee e le convinzioni che si fa il professionista, nel nostro caso il veterinario che si occupa di ruminanti, che hanno un grande valore ma che possono portare a conclusioni potenzialmente pericolose se non si confrontano continuamente e con metodo con la ricerca scientifica. Il rischio è concreto e si chiama “confirmation bias” ossia “un processo mentale che consiste nel ricercare, selezionare e interpretare informazioni in modo da porre maggiore attenzione, e quindi attribuire maggiore credibilità, a quelle che confermano le proprie convinzioni o ipotesi, e viceversa, ignorare o sminuire informazioni che le contraddicono. Il fenomeno è più marcato nel contesto di argomenti che suscitano forti emozioni o che vanno a toccare credenze profondamente radicate”
Ruminantia ha tra i propri lettori molti veterinari, per cui non può che dare ampio spazio all’esperimento che farà la Società Italiana di Buiatria nel cercare una nuova alleanza, o meglio un nuovo metodo, che armonizzi l’esperienza professionale con la ricerca scientifica. L’unica finalità di questo percorso sarà quella di migliorare la qualità dell’offerta professionale del buiatra che ha come immediata ricaduta il miglioramento delle performance degli allevamenti e della qualità della vita degli animali in essi allevati.
Con questo obiettivo la SIB ha organizzato il 4 Maggio a Cremona il suo primo “Laboratorio Buiatrico” (LB), ossia un appuntamento che ha sì l’obiettivo di chiarire come meglio gestire le infezione dell’utero delle bovine e delle bufale, e farlo ad alto livello, ma anche quello di sperimentare un nuovo modo di gestire l’aggiornamento professionale dei veterinari che si occupano di questi animali.
Nel primo Laboratorio Buiatrico della SIB tre saranno gli attori. Il pubblico, che non sarà però solo uno spettatore ma reciterà un ruolo attivo, due professori universitari e cinque liberi professionisti che praticano la ginecologia bovina e bufalina in Italia. Abbiamo inviato come ospiti a rappresentanza del mondo accademico il Prof. Maurizio Monaci, ordinario di clinica ostetrica e ginecologia veterinaria a Perugia e consigliere della SIB, e il Prof. Fernando Lopez-Gatiuz, della spagnola Università di Lleida. Il criterio di scelta è stato quello che tipicamente si utilizza nel valutare l’operato di due docenti universitari, ossia quello della “bibliometrica”. Fernando Lopez-Gatiuz: 150 pubblicazioni, 3757 citazioni, media di citazioni per argomento 21.712 e h-index 21.72; Maurizio Monaci: 31 pubblicazioni, 334 citazioni, media di citazioni per argomento 10.77 e h-index 14.
Il criterio di scelta dei liberi professionisti è stato quello della “chiara fama”, definizione molto soggettiva che si basa sulla rinomanza di qualcuno in una determinata zona e per una specifica competenza. I dottori Stefano Allodi, Enrico Chiavassa, Antonio Natale, Marco Spagnolo e Gianni Zin sono riconosciuti come bravi e competenti nella gestione della ginecologia nelle aree dove operano ed a livello nazionale. Inserire un criterio oggettivo di valutazione della qualità di un professionista è obiettivamente difficile. A quante conference è stato invitato come docente? E’ professore a contratto? Quanti casi clinici ha risolto? Quante bovine o quanti allevamenti segue? Quanto fattura? Davvero è difficile stabilire un criterio univoco, ma quello della “vox populi” è sempre un metodo efficacie.
Il tema del LB sarà appunto quello delle “Infezioni dell’utero” che si articolano nelle metriti, spesso puerperali, nelle endometriti, acute e croniche, e nella piometra, tutte con vari livelli di gravità. Per alcune di esse ci sono difficoltà diagnostiche, diversi punti di vista terapeutici ed una diversa considerazione di alcuni fattori rischio.
I professori rappresenteranno il “sapere”, ossia il perché delle cose e la stretta relazione con le evidenze scientifiche, i professionisti il “saper fare”, ossia l’esperienza empirica derivante dai molti casi clinici affrontati.
Il LB sarà condotto da Alessandro Fantini che in questa occasione simboleggerà il ruolo di una società scientifica la cui mission è permettere lo scambio delle conoscenze per migliorare la qualità professionale dei suoi soci.
Il pubblico presente sarà composto dai soci della SIB ai quali sarà comunque richiesto un contributo attivo di domande e puntualizzazione.
L’incontro avrà la struttura di un talk show e si articolerà su tre quesiti clinici:
- Come diagnosticate e come si dovrebbero diagnosticare le varie infezioni dell’utero?
- Come curate e come si dovrebbero curare?
- Quali pensate siano e quali sono i fattori di rischio di questo gruppo di patologie?
Vi aspettiamo tutti perché abbiamo bisogno del vostro contributo, piccolo o grande che sia.
Per maggiori informazioni sull’evento: www.ruminantia.it/events/event/1-laboratorio-buiatrico-infezioni-dellutero