La strategia della Semina Anticipata proposta da Pioneer si è negli anni affermata come modello di lavoro per i maiscoltori Italiani. È opportuno ricordare che i presupposti per una Semina Anticipata di successo sono:

  • l’attenta analisi delle condizioni pedoclimatiche della località in cui si opera
  • la cura di alcuni aspetti tecnici e operativi al momento della semina.

L’analisi pedo-climatica:

I fattori ambientali che determinano la possibilità di effettuare una Semina Anticipata sono la temperatura del terreno e la sua umidità, in relazione alla tipologia di tessitura dell’appezzamento.

La Semina Anticipata può essere eseguita dal momento in cui i suoli raggiungono una temperatura minima di 6-7°C a 5-6 cm dalla superficie. È preferibile iniziare le semine partendo da terreni sciolti e ben drenati, dando tempo a quelli freddi e forti di raggiungere condizioni di temperatura e umidità ottimali.

Benché la presenza di precipitazioni favorisca lo sviluppo iniziale della coltura, sono sconsigliate semine a ridosso di consistenti eventi piovosi, per evitare i rischi collegati al ristagno idrico e alla formazione di croste superficiali.

Maggiori rischi di perdita di investimento sono legati ad abbondanti precipitazioni e temperature basse nei primi 3-5 giorni dopo la semina. La concomitanza di questi due fattori si traduce nell’imbibizione del seme con acqua fredda, che interferisce con il regolare processo germinativo.

Il lavoro in campo dei 120 Tecnici del Servizio Agronomico, unito ai servizi di monitoraggio meteo e all’allerta previsionale Pioneer, offre uno strumento impareggiabile per rendere la Semina Anticipata ancora più proficua, riducendo i rischi associati ad errori di valutazione con un’assicurazione gratuita sulle risemine.

I fattori operativi:

Dal punto di vista tecnico, la semina anticipata non richiede maggiori investimenti in termini di input rispetto ad una semina convenzionale. Si tratta quindi di una tecnica a costo zero. È invece necessario adottare alcuni accorgimenti dal punto di vista operativo.

L’adeguata preparazione dei terreni è un elemento imprescindibile per la Semina Anticipata, così come l’assenza di residui colturali sul terreno, che rallentano il riscaldamento del suolo a fine inverno.

Una cura particolare deve essere prestata alla profondità di semina, che non deve essere troppo profonda, per favorire il riscaldamento, l’imbibizione e la germinazione dei semi. La profondità massima di semina è 5-6 cm.

Qualora si volesse ricorrere all’utilizzo di fertilizzanti starter, occorre evitare gli effetti di salinizzazione tipici di azoto e potassio, che possono creare ustioni sul seme. A tal fine, il posizionamento del concime deve essere molto accurato: mai a contatto con il seme e con una distanza di almeno 5 cm al di sotto e a lato del seme.

Pur essendo un fattore vantaggioso anche in semine normali o tardive, la scelta di utilizzare tecnologie in concia per la protezione del seme da funghi, insetti e uccelli, costituisce un ulteriore elemento positivo per la coltura in Semina Anticipata.

Per un approfondimento sugli aspetti operativi della semina anticipata, potete consultare un breve video esplicativo cliccando sul pulsante a lato (durata: 4 minuti).

 

I vantaggi della Semina Anticipata

Nel corso degli anni, la Semina Anticipata si è rivelata un utile strategia per:

  • ottenere fioriture più precoci, che consentono di prolungare il successivo periodo di accumulo e facendolo coincidere con le settimane di massima disponibilità di energia solare radiante (cioè a partire da metà-fine giugno);
  • ridurre l’effetto di stress termici e idrici sulla coltura negli stadi più critici per la resa (cioè quelli tra V8 e V12 e quelli di fecondazione e allegagione). In Semina Anticipata, infatti, il momento di massima evapotraspirazione viene raggiunto a inizio estate anziché a luglio inoltrato, quindi in un periodo in cui la disponibilità idrica del suolo è in genere più elevata.
  • Ridurre il danno della seconda generazione di piralide, grazie ad un anticipo della fase di riempimento della granella rispetto allo sviluppo dell’insetto. Con questo sfasamento tra i cicli del mais e del lepidottero, le rosure causate dalle larve negli stocchi hanno un impatto minore sulla traslocazione nella granella dei fotosintati, riducendo quindi il danno sulla produzione (vedi grafico a lato).

 

 

 

 

Rubrica a cura di DuPont Pioneer