INTRODUZIONE
I bovini sono noti per differire nelle loro risposte individuali a eventi stressanti. Questa variabilità individuale può avere conseguenze importanti per la produzione. Gli animali che sono in genere più calmi o meno reattivi, hanno tassi di crescita, qualità della carne e produzione del latte migliori (Recensito da Haskell et al., 2014), migliore funzione immunitaria (Fell et al., 1999; Hulbert et al., 2011) e minori risposte fisiologiche ad eventi stressanti (Curley et al., 2008), rispetto agli animali eccitabili o più reattivi.
Paura ed eccitabilità nei bovini sono spesso valutate misurando le risposte all’isolamento e alla manipolazione, l’attività durante la restrizione (tipicamente in un condotto stretto), la velocità di fuga dopo il rilascio dalla costrizione e le risposte alla mungitura e movimentazione (Haskell et al. 2014). Le risposte alla manipolazione hanno ricevuto considerevole attenzione dato il loro rapporto con le prestazioni. Ad esempio, bovini da carne eccitabili (eccitabilità misurata come reattività al confino in uno scivolo e velocità di fuga seguente il rilascio) hanno minori tassi di crescita (Muller e von Keyserling, 2006; Cafe et al., 2011; Bruno et al., 2016), BW (Cziszter et al., 2016), qualità della carcassa, grado di rendimento, qualità, punteggio per il lardo e marezzatura (Nkrumah et al., 2007; Reinhardt et al., 2009), se confrontati con quelli del bestiame calmo.
Bovine da latte evidenziate come più reattive nella sala di mungitura producono meno latte (Sutherland e Dowling, 2014; Hedlund e Lovlie, 2015) che fuoriesce inoltre più lentamente (Sewalem et al., 2011) ed hanno un’efficienza di produzione minore nel corso della vita (Neja et al., 2015). Pochi studi si sono concentrati sui tratti della personalità di bovini giovani e come queste caratteristiche siano correlate alla performance dell’animale, nonostante la crescente evidenza di come la crescita e la nutrizione nei primi anni di vita siano predittivi della produttività a lungo termine, della resa di latte alla prima lattazione (ad es., Heinrichs e Heinrichs, 2011; Soberon et al., 2012; Van De Stroet et al., 2016), l’assunzione di cibo, l’efficienza, e la composizione di corpo e carcassa al macello (Recensito da Greenwood e Cafe, 2007). Vitelli che erano più eccitabili avevano un peso corporeo inferiore allo svezzamento e alla macellazione (Francisco et al., 2012). Risultati simili sono stati segnalati da Torres-Vazquez e Spangler (2016) per le pesate allo svezzamento e ad un anno.
A nostra conoscenza, nessuno studio ha correlato i tratti della personalità con la performance prima del periodo dello svezzamento in giovani ruminanti. Durante le prime settimane di vita, i vitelli hanno bisogno di imparare dove, come e cosa mangiare; queste abilità possono avere un effetto profondo sui tassi di crescita. Per i vitelli da latte, la transizione da una dieta di latte ad una dieta solida è spesso associata a ritardo della crescita (De Paula Vieira et al., 2010; Sweeney et al., 2010). Per limitare i crolli di crescita in questo periodo, i vitelli dovrebbero consumare un mangime starter prima dell’inizio dello svezzamento. Tuttavia, l’età in cui vitelli da latte iniziano a consumare quantità notevoli di starter è variabile, con uno studio che riporta un range da 23 a 82 giorni di età per consumare 200 g di starter (de Passille e Rushen, 2016).
Si pensa che questa variazione nell’assunzione di mangime starter prima dello svezzamento possa essere una delle cause della variabilità dell’accrescimento del peso prima del periodo dello svezzamento (ad es., da 0,1 a 1,6 kg/d Soberon et al., 2012). La personalità può svolgere un ruolo importante nello sviluppo di questi modelli di alimentazione e, di conseguenza, influire sulle prestazioni prima dello svezzamento. La letteratura fin qui si è concentrata sugli effetti della reattività sulla performance nei bovini. Un precedente lavoro, esaminando le risposte del comportamento ad un oggetto nuovo o all’uomo, ha evidenziato una correlazione debole o trascurabile con la performance (ad es., Breuer et al., 2000; Hedlund e Lovlie, 2015), forse a causa della limitata caratterizzazione dei comportamenti durante questi test.
Ad esempio, l’esplorazione e la giocosità sono spesso misurati quando l’individuo è esposto ad un ambiente sconosciuto (test svolti in un campo aperto o un ambiente nuovo; de Passille et al., 1995; Perals et al., 2017), ma a nostra conoscenza, nessuno studio ha esaminato come questi tratti siano associati ad atti comportamentali di alimentazione o alla performance nei bovini.
Gli obiettivi di questo studio erano di descrivere tratti della personalità dei vitelli da latte prima dello svezzamento utilizzando una serie di nuovi test per determinare come questi tratti si correlino alla performance e allo sviluppo del comportamento alimentare con il cibo solido. Inoltre, abbiamo studiato la relazione tra personalità e risposte comportamentali allo svezzamento.
ABSTRACT
La performance degli animali varia considerevolmente allo svezzamento, forse in parte perché associata con i tratti della loro personalità. Il nostro obiettivo era quello di identificare tratti di personalità del vitello utilizzando test standardizzati e determinare se questi sono associati con il comportamento alimentare e la performance dell’animale. Cinquantasei vitelli da latte sono stati divisi in 7 gruppi di 8 vitelli, ciascun gruppo con accesso ad un alimentatore di latte automatizzato e con accesso ad libitum all’acqua, al mangime starter e al fieno. Abbiamo misurato l’ingestione dello starter e il numero di visite senza ricompensa per l’alimentatore automatico di latte durante ciascuno dei 4 periodi: prestep (totale concessione di latte; 7 – 41 giorni di età), step (concessione di latte ridotta al 50%; 42 – 50 giorni di età), svezzamento (51 – 54 giorni di età) e post-svezzamento (55 – 68 giorni di età).
A 27 e 76 giorni, ogni vitello è stato sottoposto a 3 prove di novità: ambiente nuovo (30 min), approccio umano (10 min con un essere umano stazionario sconosciuto) e oggetto nuovo (15 min con un secchio di 140-L nero). Durante ciascuna delle prove, sono stati rilevati 7 comportamenti: latenza al tocco e durata del contatto con l’essere umano o l’oggetto, durata del comportamento attento verso l’essere umano o l’oggetto, numero delle vocalizzazioni, numero di quadranti attraversati come una misura dell’attività e la durata della inattività, dell’esplorazione e del gioco. Analisi delle componenti principali hanno rivelato 3 caratteri (interattivo, esplorativo – attivo e vocale – inattivo) che insieme hanno spiegato il 73% della varianza.
I vitelli che erano più di tipo esplorativo – attivo hanno iniziato a consumare mangime starter ad un’età più giovane, ed hanno mostrato la maggior assunzione di sostanza secca dello starter durante tutti i periodi sperimentali ed un maggiore guadagno giornaliero medio complessivo. I vitelli che erano più di tipo interattivo e vocale – inattivo avevano più visite senza ricompensa all’alimentatore di latte durante la riduzione di latte iniziale.
Concludiamo che i tratti della personalità sono associati con il comportamento alimentare e la performance nel periodo dello svezzamento.
PAROLE CHIAVE: sindrome comportamentale, paura, temperamento, benessere degli animali
PERSONALITY IS ASSOCIATED WITH FEEDING BEHAVIOR AND PERFORMANCE IN DAIRY CALVES
Heather W. Neave, Joao H. C. Costa,1 Daniel M. Weary, and Marina A. G. von Keyserlingk2
Animal Welfare Program, University of British Columbia, 2357 Mall, Vancouver, BC, Canada, V6T 1Z4
Dairy Sci. 101:7437–7449