Il Presidente di Anabio-Associazione nazionale agricoltura biologica della Cia entra nel merito e nei contenuti della prossima riforma normativa del Settore, in discussione a Bruxelles.
“A livello comunitario sembra essere giunta al termine la revisione della riforma del Regolamento n.834 del 2007, ovvero quello relativo alle produzioni biologiche alla loro etichettatura, con un accordo tra i Paesi sul Testo che lascia fuori problemi importanti. Altre questioni sono state risolte in modo parziale se non peggiorativo, come nel caso della possibilità di coltivazione fuori suolo, pur se limitata ad alcune Nazioni dell’Ue. Avevamo sempre auspicato che dalla revisione normativa si potesse avere un valore aggiunto rispetto alla legislazione comunitaria attuale, anche in termini di servizi eco-sistemici e di rispetto ai bisogni dei consumatori. Siamo quindi al lavoro per valutare e vigilare la coerenza tecnica del Testo, le possibili implementazioni che si potranno fare e, soprattutto, l’impatto che avrà sugli operatori e sul Sistema di certificazione. Che è, e resta, l’elemento fondamentale sul quale poggia la fiducia dei cittadini verso i prodotti biologici”.
Così Federico Marchini, Presidente di Anabio, entra nel merito delle questioni aperte a livello comunitario che interesseranno le nuove norme per il Settore biologico.
Qualora dal nuovo Regolamento europeo, che conosceremo a Settembre, dovessero derivare condizioni normative che producessero decrementi degli standard produttivi -continua Marchini-, chiederemo al Parlamento italiano di approvare al più presto la proposta dell’On. Massimo Fiorio che contiene importanti provvedimenti in grado di mantenere e garantire la qualità e la competitività del Settore. Riteniamo comunque che il Testo unico sull’agricoltura biologica, che porta il nome di “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”, sia un passo importante nella direzione della chiarezza del ruolo dell’agricoltura biologica, ovvero di “un’attività d’interesse nazionale con funzioni sociali ambientali ed economiche rilevanti”.
Nel frattempo le Istituzioni nazionali e regionali sono impegnate nella revisione del Decreto n.220/95 sui controlli da cui dipendono l’uniformità, l’efficacia e la capillarità della vigilanza pubblica per tutelare il Settore e dare fiducia ai consumatori. La riforma del Sistema di certificazione del biologico è quindi un passaggio cruciale in una fase di forte crescita e cambiamento del mercato, dal quale il mondo del biologico non può permettersi il lusso di uscire diviso e contrapposto.
Ci auguriamo che il confronto -conclude Marchini-, che avverrà nelle Sedi istituzionali nei prossimi giorni, possa aprire un percorso utile a segnare una svolta storica per il Settore del biologico italiano.
Fonte: Anabio