I dati dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale
L’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) denuncia l’aumento percentuale di pesticidi nelle acque: +20% in quelle superficiali, +10% in quelle sotterranee. La contaminazione più ampia è nella pianura padano-veneta.
E’ l’edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque, effettuato dall’Ispra, che spiega come le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti) siano quelle ad essere più inquinate. Ma anche il sottosuolo è sempre più inquinato, dove sono state trovate 224 sostanze diverse. Uno dei maggiori indiziati di questo inquinamento sono gli erbicidi.
Toscana e Umbria sono le regioni ad avere per le acque superficiali la maggiore percentuale di pesticidi nelle acque superficiali, rispettivamente nel 90,6% e nel 95% dei punti presi in esame.
Nel 2014, le reti delle acque superficiali hanno in media 4,5 punti ogni 1.000 km2. Sensibilmente più bassa della media è la densità di Basilicata, Lazio, Friuli Venezia-Giulia, Sicilia e provincia di Bolzano. Sono invece ben al di sopra della media nazionale la densità delle reti di monitoraggio dell’Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e provincia di Trento. La frequenza media di campionamento è di 7,4 campioni/anno, con scostamenti in basso per Abruzzo, Campania, Friuli- Venezia Giulia, Marche, Valle D’Aosta, Toscana e Veneto. La sola provincia di Bolzano esegue 12 campionamenti all’anno. Comunque mancano i dati di Calabria, Campania e Molise.
Pertanto in alcune Regioni del nord la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale del 63,9%, come in Veneto (74,8%), Lombardia (78,5%), Emilia Romagna (84,4%); nel Lazio arriva all’80%.
Nelle acque sotterranee la diffusione della contaminazione, che ha una media nazionale del 31,7%, è particolarmente elevata in Sicilia (76,6%), Friuli (68,6%) e Lombardia (41,3%). Per il 2014 non ci sono i dati di Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia.
Tra le sostanze che superano i limiti di qualità ambientali c’è il glifosato, l’erbicida più diffuso al mondo e sulla cui cancerogenicità la comunità scientifica si divide, presente al 39,7% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali anche se è stato cercato solo in Lombardia e Toscana.
La Coldiretti ha sostenuto che in 10 anni il nostro Paese ha dimezzato l’uso di pesticidi in agricoltura (-45%). In tal senso dati ISTAT indicano una sensibile diminuzione delle vendite di prodotti fitosanitari nel periodo 2001-2014, da 147.771 a 129.977 tonnellate/anno (-12%), con un calo ancora più marcato per i principi attivi, passati da 76.343 a 59.422 tonnellate (-22,2%). Nello stesso periodo si è ridotta del 30,9% la quantità di prodotti molto tossici e tossici. Indubbiamente c’è un più cauto impiego delle sostanze chimiche in agricoltura, cosa peraltro incentivata dalla politica comunitaria e nazionale e dall’adozione di tecniche di difesa fitosanitaria a minore impatto.
Tabella Ispra con punti di monitoraggio e percentuale pesticidi rilevata nelle acque superficiali nelle regioni nel 2014, escluse Calabria, Campania e Molise:
ABRUZZO 65 4,6%
BASILICATA 15 0,0%
EMILIA ROMAGNA 154 84,4%
FRIULI 15 46,7%
LAZIO 5 80,0%
LIGURIA 13 23,1%
LOMBARDIA 303 78,5%
MARCHE 30 46,7%
PIEMONTE 143 69,9%
PUGLIA 58 6,9%
SARDEGNA 67 16,4%
SICILIA 43 69,8%
TOSCANA 107 90,6%
UMBRIA 20 95,0%
VALLE D’AOSTA 15 0,0%
VENETO 155 74,8%
PROV. DI BOLZANO 6 100%
PROV. DI TRENTO 70 54,3%
TOTALE 1284 63,9%
Dati completi del biennio 2013-2014 sono disponibili in forma tabellare sul sito ISPRA: http://www.isprambiente.gov.it/it/temi/rischio-ed-emergenze