Il 9 Novembre 2017 Ruminantia, in collaborazione con l’Associazione Italiana Allevatori e l’Associazione Regionale Allevatori della Puglia, ha presentato a Mottola “La Stalla Etica®”, progetto di riqualificazione della produzione del latte bovino in Italia.

Abbiamo lasciato la presentazione in Puglia tra ultime tappe del lungo tour italiano che ci ha visti impegnati in questi mesi nella certezza che proprio la Puglia potesse essere la regione prototipo per la realizzazione di questa idea che riteniamo fortemente innovativa. Certezza derivante dalla presenza di una comunità di allevatori sempre sensibile all’innovazione, con un profondo amore per il loro difficile lavoro e con un antico e viscerale legame con il territorio e le tradizioni. Gli allevatori pugliesi sono gente vera, abituata a convivere con una terra avara ma affascinante e a non lamentarsi, cercando invece soluzioni ai problemi. Figlia di questo modo di essere è l’Associazione Regionale degli Allevatori, presieduta dal “passionario” Pietro Laterza e diretta dall’ottimo Giorgio Donnini. Figura carismatica e schiva è quella di Giuseppe Mastrangelo di cui l’unica e rispettosa definizione che possiamo dare è che “Giuseppe c’è”.

Dicevamo appunto che d’incontri di presentazione della Stalla Etica ne abbiamo fatti tanti e in tutta Italia, ma questo in Puglia ci ha particolarmente impressionato per l’alta carica simbolica e i tanti messaggi che ha lanciato. Innanzitutto, per la presenza dell’Associazione Italiana Allevatori nella persona di Roberto Maddè, di cui tutti noi che abbiamo a che fare con gli animali d’allevamento auspichiamo un’“imponente” ridiscesa in campo in un momento in cui la nostra zootecnia cerca importanti riferimenti tecnici e non solo. Maddè ha accennato ad un dato molto importante che è poi il vero asset dell’AIA: “Controlliamo bovine che producono l’80% del latte italiano e abbiamo nei nostri archivi digitali oltre 80 milioni di informazioni sui singoli animali raccolte nel corso dei controlli funzionali”.

Un patrimonio conoscitivo unico al mondo e di valore inestimabile all’interno del quale trovare molte delle risposte che gli allevatori e i professionisti cercano per migliorare il loro lavoro e dare ulteriori garanzie ad un consumatore sempre più attento ed esigente. Non un “collezionismo” d’informazioni ma evidenze che il nostro gruppo ha utilizzato per descrivere in anteprima mondiale la “Sindrome della Bassa Produzione di Latte in Autunno”, la vera prevalenza della chetosi e del suo fattore di rischio cioè il “rapporto grasso/proteine del latte individuale”, delle mastiti sub-cliniche e il fattore di rischio “bassa concentrazione di proteine nel latte (< 2.90%) individuale”. Una raccolta sistematica di alcune patologie e dei tanti biomarker del latte individuale, oggi quantificabili grazie ai MIR ed elaborati dall’Ufficio Studi di AIA, farebbe far fare un ulteriore salto di qualità alla già vincente zootecnia da latte italiana.

Alessandro Fantini nel presentare la Stalla Etica® ha voluto chiamare sul palco il Direttore Generale Camillo Cannizzaro di Inseme, azienda partner del progetto, per presentare il primo gruppo di tori genotipizzati, in collaborazione con Zoetis,  per dare figlie più naturalmente resistenti a patologie gravi come la mastite, la metrite, le zoppie, la ritenzione di placenta, la dislocazione dell’abomaso e la chetosi. Interessante l’intervento tecnico del Direttore di DQA, Michele Blasi, che ha esposto la proposta di valutazione integrata del benessere CReNBa-AIA per acquisire la qualifica di “Latte del benessere”. Un’altra cosa che ci ha molto colpito è stata la presenza, dall’inizio alla fine del workshop, dell’Assessore Regionale dell’Agricoltura Leonardo Di Gioia a dimostrare una vera curiosità per gli argomenti trattati e non la semplice presenza formale, l’intervento concreto del Direttore della Coldiretti della Puglia Angelo Corsetti e la testimonianza d’interesse di Domenico Damascelli delle Commissioni ambiente e sviluppo economico della Regione Puglia. L’intervento poi di Pietro Laterza e le lacrime di amore e passione trattenute a stento hanno lasciato in tutti noi la speranza che una certa politica, una certa amministrazione e una certa rappresentanza sindacale hanno ancora un’anima e un senso della cosa pubblica, e che quindi un futuro migliore è possibile.