Sale a maggio l’Indice dei prezzi alimentari della FAO

I mercati dei prodotti alimentari sono stati equilibrati, sostenuti da abbondanti forniture di grano e di granturco e dalla ripresa dei semi oleosi e dei loro derivati.

Tuttavia, costi di spedizione in crescita e maggiori volumi di importazione sono destinati quest’anno a far salire la fattura globale delle importazioni alimentari a oltre 1.3 trilioni di dollari, un aumento del 10,6% rispetto al 2016, dice oggi la FAO nel rapporto biennale Food Outlook (Prospettive Alimentari, N.d.T.).

Le fatture delle importazioni alimentari dei paesi meno sviluppati, dei paesi a basso reddito con deficit alimentare e dei paesi dell’Africa sub-sahariana avranno una crescita ancora più rapida a causa dei maggiori volumi d’importazione di carne, zucchero, prodotti lattiero-caseari e semi oleosi

Fatture di importazione in aumento sono previste per tutte le categorie di alimenti tranne che per i prodotti ittici, per i quali la domanda crescente del mercato interno in molti paesi in via di sviluppo è sempre più soddisfatta da una forte crescita del settore dell’acquacoltura.

In maggio i prezzi globali delle materie prime alimentari sono aumentati per la prima volta in tre mesi, con l’Indice dei prezzi alimentari della FAO – pubblicato oggi – che ha registrato a maggio una media di 172,6 punti, 2,2% in più rispetto ad aprile e 10% in più rispetto a maggio 2016.

L’Indice dei prezzi alimentari della FAO è un indice ponderato su base commerciale che misura i prezzi di cinque principali materie prime alimentari sui mercati internazionali e comprende sotto-indici per i prezzi dei cereali, della carne, dei prodotti lattiero-caseari, degli oli vegetali e dello zucchero. A maggio sono aumentati i prezzi di tutti questi gruppi tranne dello zucchero.

Forniture sostenute si prospettano per la maggior parte delle materie prime alimentari

Il Food Outlook offre nuove previsioni per i principali mercati di prodotti alimentari, tutti appaiono ben forniti a livello mondiale, anche se ci possono essere divergenze regionali o nazionali.

I prezzi internazionali del grano dovrebbero rimanere stabili, soprattutto durante la prima metà della stagione, mentre la produzione quasi in ritardo dei cereali secondari probabilmente manterrà la concorrenza intensa tra i principali esportatori. Anche le forniture di riso si prevede rimarranno ampie, anche se le riserve potrebbero diminuire, poiché alcuni esportatori riducono le proprie scorte pubbliche.

La produzione mondiale di semi oleosi dovrebbe raggiungere un livello record nel 2016/17, dovuto principalmente a livelli eccezionali di resa della soia, consentendo ulteriori ricostituzioni degli stock globali. Le prime indicazioni indicano un mercato ben fornito anche nel 2017/18, gravando ulteriormente sui prezzi.

Secondo il rapporto la crescita della produzione di carne a livello mondiale dovrebbe rallentare per il terzo anno consecutivo, a causa principalmente del calo previsto in Cina, che dovrebbe incrementare le importazioni dagli Stati Uniti e dal Brasile.

La produzione di latte a livello globale dovrebbe crescere nel 2017 dell’1,4%, trainata da una rapida espansione in India.

Il Food Outlook offre anche un’analisi dell’impatto che la liquidità può avere avuto sulla forte crescita dei prezzi delle materie prime e sulla contrazione  degli ultimi 20 anni, trovando la prova che le condizioni globali del credito influenzano i prezzi di riferimento del mais, della soia e del frumento.

L’ultimo Bollettino FAO sull’offerta e la domanda mondiale di cereali (Cereal Supply and Demand Brief), pubblicato anch’esso oggi, prevede una contrazione del 2,2% nella produzione mondiale di grano, quasi neutralizzata dall’ampliamento dell’1,4% della produzione globale di mais – trainata dal Sud America e dall’Africa meridionale – e dall’aumento dello 0,7% della produzione mondiale di riso.

Mentre la produzione mondiale aggregata di cereali si prevede diminuirà dello 0,5% ,attestandosi a 2. 594 milioni di tonnellate, la FAO ha anche ridotto la sua previsione sull’utilizzo globale di cereali portandolo a 2.584 milioni di tonnellate. Con una domanda che si prevede inferiore alla produzione, gli stock di cereali rimarranno in stallo attestandosi nel 2018, alla fine delle stagioni produttive, a 703 milioni di tonnellate, poco di più rispetto al record previsto per quest’anno.

Le proiezioni sugli inventari riflettono sostanziali cambiamenti in Cina – che sta abbassando le proprie scorte di cereali secondari – ma la previsione complessiva è di ampie forniture.

Fonte: FAO