Apertura dei lavori di Valerio De Molli
Come trasformare la crisi in una opportunità per uno sviluppo più inclusivo e sostenibile
Autorità, gentili signore ed egregi signori un caloroso benvenuto alla quarantaseiesima edizione del nostro tradizionale forum di Cernobbio. 2020, un anno incredibile. Si apre la prima edizione della cernobbio in era Covid-19. Scusateci voi, centinaia di collegati in remoto, esponenti dei media, accompagnatori, ospiti ed esperti per non aver potuto accogliere il vostro desiderio di essere presenti, come d’abitudine, di persona. Siamo tutti immersi in un grande esperimento che incrocia innovazione tecnologica e digitale con la forza delle idee e del talento.
Alcuni numeri per rendere l’idea della complessità:
- partecipanti e relatori -70% di persona, ma collegati in remoto un totale triplo rispetto allo zero dell’anno precedente;
- esponenti media di persona -80%, ma tutte le redazioni nazionali e internazionali accreditate collegate via web 24h/24;
- gruppo di lavoro The European House – Ambrosetti dimezzato in loco, ed il restante 50% a supporto del team in collegamento remoto;
- hub collegati: 9, in italia e nel mondo, con una decina di partecipanti ciascuno (milano, torino, new york, bruxelles, shanghai, madrid, new delhi, mosca, tehran);
- 2 capi di stato, 7 governi, 6 commissari europei (incluso il vice presidente), il governatore della banca centrale cinese, il messaggio dedicato del Papa, i partecipanti da 19 paesi e 12 ricerche di scenario presentate sono solo alcuni dei risultati della #cernobbio2020 (molti di questi sono record storici);
- iniezione massiccia di tecnologia, abilitata dal lavoro intenso dei 30 tecnici di cisco, partner tech dell’iniziativa, con i nostri tecnici: 600mb in 2 linee in fibra, wi-fi in loco da 1 gigabyte, 11 stanze webex per gestire varie lingue e 25 interventi in ologramma digitale.
Grazie, grazie, grazie a tutti voi, partecipanti, relatori, nostro gruppo di lavoro, tecnici, interpreti, uomini della sicurezza e personale di villa d’este per esserci… Nonostante tutto.
“anche quest’anno ho l’orgoglio di ricordare che, grazie ai nostri 260 colleghi, a tutti voi e alle centinaia di membri e partner del nostro ecosistema, per il settimo anno consecutivo, the european house – ambrosetti è stata nominata nella categoria “best private think tanks”, 1° think tank in italia, tra i primi 10 in europa, tra i primi 20 al mondo e nei primi 100 indipendenti su 8.248 a livello globale nell’edizione 2019 del “global go to think tank index report” dell’Università della Pennsylvania”.
Un grande imprenditore del cui family business ho l’onore di essere stato consigliere, Ernesto Illy, mi ha lasciato un enorme insegnamento, tra i tanti: “Valerio, non confondere mai il facile con il giusto”.
Sarebbe stata di gran lunga la cosa più facile cancellare e rinviare, come molti altri fanno, oppure nascondersi ciascuno nella propria caverna a rincorrere le tragedie del virus. Ci siamo convinti, al contrario, che non sarebbe stata la più giusta e abbiamo voluto dimostrare che un imprenditore è nelle difficoltà più estreme che deve reagire e rispondere. Non si tratta pertanto di un atteggiamento negazionista della realtà, ma di senso del dovere e di responsabilità che ogni imprenditore vero ha nel Dna. Noi abbiamo voluto farlo con iniezioni spropositate di innovazione tecnologica e di contenuto.
Il particolare momento storico che stiamo vivendo, delicato ed incerto, ci carica ancora più di responsabilità verso la missione e finalità che da sempre contraddistinguono questa iniziativa: offrire alla classe dirigente italiana e internazionale elementi indispensabili ad anticipare gli scenari del futuro e ad elaborare strategie competitive vincenti. Mi è molto piaciuto il richiamo di Papa Francesco, del quale, fra poco, il Presidente Letta leggerà il messaggio personale che ha tenuto a recapitarci per indirizzare i nostri lavori: “per uscire migliori da questa crisi, dobbiamo farlo insieme, tutti quanti, nella solidarietà”. Ed è proprio su questa solidarietà che vogliamo ispirare lo spirito dei nostri lavori.
Dal 1975, e per i 46 anni successivi fino a oggi, in questa sala abbiamo affrontato eventi e problemi che hanno segnato svolte epocali nelle nostre vite: gli anni dei rapimenti, il terrorismo, il crollo del muro di berlino, la nascita dell’UE, le torri gemelle, la crisi finanziaria del 2008, la crisi israele-palestina o le problematiche del cambiamento climatico, solo per citarne alcuni.
Ma la situazione che stiamo vivendo ora è davvero senza precedenti. A fine 2019 nessuno di noi si sarebbe aspettato che da lì a pochi mesi le nostre abitudini e comportamenti sarebbero cambiati, probabilmente per sempre, con una irruenza e repentinità tale da cogliere tutti impreparati: 26 milioni di contagiati Covid-19 e 1 milione di morti.
La crisi sanitaria innescata dalla pandemia è presto diventata sociale ed economica, ed il peggio probabilmente deve ancora manifestarsi:
- 3 previsioni riviste al ribasso in soli quattro mesi del fmi sul pil del mondo, ora al -4.9% (50 volte peggio della più grave ultima crisi, quella finanziaria del 2008); la più bassa di sempre;
- crollo dei viaggi a livello globale (-65% nel secondo trimestre) e del commercio internazionale (-18,5% nel secondo trimestre);
- previsione del modello econometrico di The European House – Ambrosetti (rivisto 3 volte al ribasso) – 10,8%; il terzo peggiore dato nei 150 anni della storia dell’italia.
La storia recente dimostra come le organizzazioni che non sono in grado di adattarsi con velocità ad un contesto competitivo in continua evoluzione vengono sopraffatte dal cambiamento e difficilmente sono in grado di tornare competitive.
La velocità è la più alta forma di estasi che la rivoluzione tecnologica ha regalato all’uomo (Cit. Milan Kundera).
La chiarezza di visione strategica e la velocità di esecuzione sono tutto. Gli esempi disastrosi dell’assenza di entrambi i fattori si sprecano: blockbuster, blackberry, kodak, sono casi emblematici. A proposito di velocità d’azione e cambiamento, vorrei focalizzare l’attenzione sull’italia, che rischia di trovarsi in una situazione simile, sorpresa, spiazzata e impreparata al cambiamento.
Se questa è l’epoca dove o sei veloce o sei morto e dove l’unica speranza per arginare, o quantomeno contenere, una crisi sociale drammatica è quella di tornare (presto) a crescere, il nostro paese, asfissiato da un ventennio di bassa crescita (peggiore in europa negli ultimi 20 anni con solo +3,8% di crescita totale, circa 7 volte meno dell’eurozona) è in condizione di particolare difficoltà. Nell’affrontare questo tema trovo di estrema attualità un passaggio che il Dott. Cesare Romiti, già Presidente e Amministratore delegato di Fiat, venuto a mancare pochi giorni fa (alla sua famiglia va il nostro grande abbraccio), tra le principali figure manageriali della storia italiana, fece nel 1991, in una delle sue 30 presenze a questo forum: “ho sostenuto nei mesi scorsi che il sistema italiano è così degradato che probabilmente per uscire dalla situazione in cui siamo e per rimetterci sulla retta via occorre un trauma. Il trauma non è mai auspicabile perché non si sa mai a cosa possa portare, può avere conseguenze molto gravi. Cerchiamo di non desiderare che per uscire da una situazione senza uscita si debba veramente augurarsi che si verifichi qualche trauma”.
Il trauma purtroppo è arrivato ed è molto più forte di quanto potessimo immaginare ma, usando le parole di Albert Einstein: “la crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi”.
Deve essere questa l’epoca della velocità, creatività e innovazione, come abbiamo cercato di dimostrare da imprenditori, per abbracciare un futuro migliore. La creatività è spesso più ispirata dall’angoscia come il giorno segue sempre la notte oscura. È nella crisi che può sgorgare l’inventiva, le grandi scoperte e le grandi visioni strategiche. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Attribuire alla crisi i propri fallimenti e difficoltà è un atto vigliacco, contro sé stessi ed il proprio talento, e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. Dare soldi e bonus a pioggia per tutti equivale a calpestare il talento e contribuisce a soffocare l’iniziativa e la capacità di reazione.
Fino ad oggi, soprattutto in Italia, si è privilegiata l’azione di “spegnimento immediato degli incendi” e di “soffocamento del talento” senza però nessuna vera visione di indirizzo strategico e di lungo termine.
Questo Forum è nato per aprire dibattiti, fare confronti e dare soluzioni ai problemi che ogni anno il mondo è chiamato ad affrontare e quest’anno mi fa piacere rendere un servizio al nostro paese presentando le 8 proposte concrete per il rilancio dell’Italia che The European House – Ambrosetti ha immaginato, grazie al contributo degli oltre 350 membri del nostro club; trovate l’intera analisi nella app a vostra disposizione per ogni approfondimento e dettaglio:
1. Investire sul sistema educativo per interrompere il circolo vizioso indotto dall’analfabetismo funzionale (l’Italia è quartultima tra i paesi Ocse per adulti con problemi di corretta comprensione delle informazioni), attraverso 4 linee di intervento:
- Ripensare il sistema scolastico dando maggiore spazio alla formazione interdisciplinare (non servono solo i banchi con le rotelle!).
- Ripensare il sistema universitario, reinterpretandolo in chiave 5.0 e potenziando in modo rilevante le risorse disponibili (oggi siamo penultimi in europa per laureati e spendiamo in università lo 0,3% del Pil, ultimo paese dell’area Ocse).
- Promuovere l’educazione continuativa degli adulti con un programma nazionale per l’apprendimento permanente (siamo al di sotto della media UE per quota di adulti che prendono parte a corsi di apprendimento).
- Preparare una classe dirigente (pubblica e privata) qualificata, responsabile e capace di dare risposta ai bisogni dell’Italia.
2. Definire una visione strategica inclusiva che possa fertilizzare la stragrande maggioranza dei settori italiani; coerentemente con il suo dna, l’Italia (media potenza economica e manifatturiera, potenza geopolitica regionale e superpotenza culturale) ha tutte le carte in regola per diventare “il paese di riferimento nello sviluppo delle eccellenze per far vivere meglio il mondo”.
3. Trattare con l’Europa da pari e con proposte concrete per migliorarla, per tornare ad assumere quel ruolo centrale nella formazione del disegno europeo che l’italia ha avuto nel secondo dopoguerra e che le spetta per il suo ruolo economico e sociale, l’Italia dovrebbe essere maggiormente propositiva, costruendo alleanze con altri paesi e proponendo progetti di comune interesse per il rilancio dell’Europa intera, non solo discutere su come e se usare i fondi del meccanismo europeo di stabilità (il cui non utilizzo troviamo incomprensibile).
4. Riprogettare la pubblica amministrazione attorno al rapporto tra stato, cittadini e imprese (l’italia è l’ultimo paese in europa per soddisfazione delle imprese per l’interazione con la p.a.), su quattro linee di intervento:
- Ridurre la “sovra-burcrazia” o “burocrazia cattiva”, ad esempio introducendo i livelli essenziali di servizio per incentivare il coordinamento tra enti locali, regioni e stato (in Italia servono 238 ore per pagare le tasse, +38,4% verso la media UE).
- Semplificare le norme ed abrogare quelle inutili (l’Italia conta oltre 22 volte le leggi francesi, 29 volte quelle tedesche, 53 volte quelle inglesi).
- Accelerare e potenziare gli investimenti pubblici.
- Completare le opere infrastrutturali strategiche (273 miliardi di euro), definendo un piano straordinario, sbloccando i cantieri e riducendo le inefficienze nell’uso dei fondi pubblici.
5. Decidere e attuare una strategia industriale del paese per il nuovo contesto:
- Definendo misure per il reshoring delle attività fondamentali per la sicurezza nazionale.
- Identificando i settori strategici in coerenza con la visione precedente. Ne suggeriamo otto (agroalimentare, moda & design, meccanica, mezzi di trasporto, turismo, sanità, farmaceutica-biotech & lifesciences ed istruzione).
6. Rafforzare la struttura industriale del paese combattendo la cultura anti-impresa:
- Rafforzando il sistema produttivo attraverso incentivi a processi di fusione.
- Accelerando la digitalizzazione delle imprese con un programma nazionale di upskilling/reskilling della forza lavoro.
- Rispondendo alle sfide della sostenibilità, incentivando investimenti delle imprese in economia circolare e favorendo la nascita di una filiera industriale dell’idrogeno.
7. Investire nella digitalizzazione del paese e nella ricerca scientifica in alcuni ambiti a grande potenziale per il rilancio dell’italia e per “far vivere meglio il mondo”.
8. Garantire una esecuzione operativa di qualità ai progetti strategici che verranno lanciati (oggi il tasso di avanzamento della spesa dei fondi strutturali FESR e FSE si attesta al 32,6%, un valore insufficiente):
- Definendo l’obiettivo generale del progetto.
- Gli obiettivi specifici misurabili periodicamente.
- Attribuendo a chi dirige il progetto tutte le deleghe necessarie, secondo criteri meritocratici.
- Sottoponendo al pubblico tutti i dati e i risultati ottenuti nel corso dell’execution.
Queste proposte vogliono plasmare una nuova italia, per renderla più competitiva, più equa ed orientata ad uno sviluppo sostenibile a lungo termine. La mentalità necessaria per innovare e apportare cambiamenti incisivi è quella che jeff bezos ha definito del “day-one”, ovvero da start- up in continuo fermento, affamata di innovazione e di idee per competere velocemente con successo.
Innovazione, coraggio e capacità di visione, i valori di cui il mondo ha bisogno in momenti di crisi come quello attuale, sono anche quelli che incoraggiamo ogni anno da quattro anni attraverso la “peres heritage initiative”. Promossa da The European House-Ambrosetti, con l’approvazione della famiglia peres (oggi avremo in collegamento il figlio chemi) e del governo di Israele, premia 3 giovani innovatori under-32 che con coraggio si sono distinti in alcuni ambiti legati all’attività politica e sociale di shimon peres e che sono riconducibili alle parole chiave della sua narrativa: leadership, imprenditorialità, innovazione, sostenibilità, ricerca e pace.
In chiusura, ancora grazie a tutti voi qui fisicamente o in remoto, ai colleghi del gruppo di lavoro The European House – Ambrosetti, gli advisor, i relatori, lo staff di Villa d’Este, gli esponenti dei media, i tecnici, gli interpreti e le forze dell’ordine che, in un contesto così difficile hanno reso possibile concretizzare questi 3 giorni (4, 5, 6 settembre 2020).
Tutto il team The European House – Ambrosetti è a vostra disposizione per rendere la vostra partecipazione la più proficua possibile. Impegnamoci perché questa crisi non venga ricordata come la fine di un epoca di sviluppo, globalizzazione e dinamismo, ma come l’inizio di una stagione di riforme che rappresenti un futuro basato su una crescita inclusiva e sostenibile.
Fonte: The European House – Ambrosetti