I canali commerciali alternativi sono oggi un fenomeno molto importante per l’agricoltura italiana. Si tratta di strumenti fondamentali per lo sviluppo di mercati locali, produzioni tipiche e per l’economia rurale in senso lato. Rilevanti possono essere le sinergie di questo tipo di commercializzazione dei prodotti agricoli con altri settori, quali il turismo ed il commercio di prossimità.
Sul sito web di Rete Rurale Nazionale 2014-2020, è stato pubblicato il report realizzato da Ismea, che ha condotto una serie di indagini sul tema della vendita diretta e della filiera corta con l’obiettivo di fotografare lo stato dell’arte e di effettuare un’analisi critica di questo fenomeno. Il report riunisce i risultati delle attività realizzate, con l’intento di mettere in evidenza il ruolo di questo fenomeno nel contesto nazionale, le potenzialità per l’agricoltura italiana, i fabbisogni e gli strumenti di sostegno più adeguati rispetto agli obiettivi di incremento della competitività e di miglioramento della posizione degli agricoltori nella catena del valore.
Il report mette in evidenza come le imprese agricole italiane che trasformano e commercializzano i loro prodotti attraverso canali commerciali alternativi a quelli lunghi siano in numero sempre crescente. Oltre a ciò, anche le modalità utilizzate sono in continua evoluzione. Molto interessante è l’evoluzione delle relazioni che si instaurano attraverso questi canali, siano esse formali o informali. Tali relazioni sono in grado di soddisfare le richieste dei consumatori di un’offerta sempre più diversificata e continua nel tempo.
Secondo i risultati dell’indagine, i produttori che nel 2020 hanno scelto di accorciare la filiera per raggiungere autonomamente il consumatore finale corrispondono al 22% del campione analizzato. In particolare, l’avvento delle misure restrittive legate alla pandemia da Coronavirus hanno portato ad un crollo della spesa presso l’agricoltore, complice la chiusura dei mercati agricoli. La fase successiva ha visto invece una tendenza verso canali di vendita diretta e il punto vendita degli agricoltori ha assunto un considerevole ruolo sociale, di sostegno e di rassicurazione.
Tra gli aspetti indagati da Ismea in questo report, vi sono:
- le definizioni e le forme dei canali commerciali alternativi;
- i modelli attuati, le caratteristiche e una loro stima quantitativa;
- i punti di forza e di debolezza delle diverse forme di vendita diretta e di filiera corta;
- l’associazionismo e in modo specifico le reti di imprese;
- le barriere e le criticità per le aziende agricole e i possibili strumenti per superarle;
- i principali fabbisogni di risorse e di organizzazione richiesti dalle modalità di vendita diretta e filiera corta;
- gli aspetti logistici;
- le strategie di comunicazione e in generale di marketing, di gestione e di pianificazione attuate;
- lo sviluppo delle modalità commerciali basate su Internet;
- le percezioni, gli atteggiamenti di base e i comportamenti del consumatore in riferimento ai canali alternativi;
- il sostegno pubblico ai canali alternativi, le modalità di incentivazione nell’ambito dei Programmi regionali di Sviluppo Rurale;
- gli aspetti normativi che regolano questi canali;
- le ipotesi di sviluppo, le opportunità, le minacce e i vincoli.
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