Si è tenuta questa mattina in Farnesina la cerimonia di firma del “Patto per l’Export”, strategia innovativa per il rilancio dell’export del “Made in Italy” nella fase post-emergenza sanitaria, attraverso il rafforzamento degli strumenti di sostegno all’internazionalizzazione e un’azione promozionale di ampio respiro.

Nel corso dell’evento il Sottosegretario agli Affari Esteri con delega all’Internazionalizzazione delle Imprese, on. Manlio Di Stefano, ha ripercorso il lavoro svolto negli ultimi tre mesi per porre le fondamenta della ripresa dell’export italiano come risposta alla crisi economica causata dal Covid-19.

Assieme a tutti gli attori principali del processo di internazionalizzazione del Sistema Paese – ha dichiarato Di Stefanoabbiamo fatto un vero e proprio ‘salto in avanti’, sia sotto il profilo del metodo, sia su di un piano prospettico, di visione strategica per il futuro. Sul metodo, riunendo in una sorta di confronto continuo tutte le associazioni di categoria in Tavolo Settoriali, abbiamo condiviso le nostre strategie, ascoltato le imprese, e incluso i loro suggerimenti nel Patto: si tratta di una metodologia per certo versi innovativa, ma che dimostra quanto inclusiva vuole essere la strategia del Governo. Sul secondo piano, quello della visione strategica per il futuro, abbiamo creduto con convinzione che dalla sfida Covid derivasse una imperdibile opportunità: guidare la spinta all’innovazione, alla digitalizzazione e alla formazione delle nostre imprese, in particolare delle PMI, che devono trovare la strada per poter reggere le nuove sfide della globalizzazione.” (Fonte: Farnesina)

Nel Patto si riconosce che il rilancio economico del Paese e la sua rinnovata affermazione sui mercati internazionali passano attraverso l’adozione di strategie commerciali e modelli innovativi: ad esempio, il percorso verso la digitalizzazione del nostro sistema imprenditoriale non è più una opzione futura, ma s’impone come una necessità immediata. Questi, i 6 pilastri su cui nei prossimi mesi saranno costruite le azioni necessarie: comunicazione, promozione integrata, formazione/informazione, e-commerce, sistema fieristico e finanza.

Presente alla cerimonia anche la Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, “Con questo patto e con le risorse a disposizione dobbiamo rilanciare le nostre esportazioni. Noi ci crediamo. Siamo l’Italia e oggi abbiamo uno strumento più forte per mandare un messaggio chiaro al mondo: l’Italia fa bene“.

Sottoscrivo questo patto di impegno per l’export con molta convinzione“, ha esordito Bellanova, sottolineando: “Fin dalle prime ore dello scoppio della pandemia ho ribadito come fosse necessario tutelare la nostra reputazione e tornare poi a promuovere la qualità, la sicurezza, l’affidabilità del made in Italy. Valori che nel settore agroalimentare sono la pratica quotidiana di migliaia e migliaia di imprese“.  “La Pandemia“, ha rimarcato la Ministra con forza, “ha cambiato le nostre vite ma sono convinta che i nostri fondamentali, la nostra attrattività, la capacità delle nostre imprese ci rendano capaci di fronteggiare il nuovo scenario“.

Nella Cabina di regia, nei gruppi di lavoro e con l’Ice daremo il nostro contributo di idee e di proposte“, ha aggiunto la Ministra, evidenziando l’importanza delle esportazioni per la filiera  agroalimentare italiana che nel 2019 ha toccato il record storico di oltre 44 miliardi di euro, e come l’urgenza di intervenire sul canale Ho.Re.Ca, in forte sofferenza a livello globale sia “una sfida che dobbiamo sapere cogliere e dove si gioca una parte cruciale dei futuro di molti nostri territori“.

Proprio per questo, Bellanova ha voluto rimarcare un obiettivo indicato da tempo: investire di più e meglio nei rapporti internazionali, anche “dotando le nostre Ambasciate di personale specializzato nel settore agroalimentare“.

Noi“, ha affermato la Ministra, “crediamo nella possibilità di confrontarci col mondo, opponendo alla logica dei dazi e delle barriere, la logica della collaborazione e della competizione regolamentata. Le scelte di alcuni Paesi a partire dagli Stati Uniti sono state penalizzanti, così come sono state insopportabili certe richieste di certificazione rispetto al virus“.

Per concludere: “Abbiamo una storia e una tradizione che parlano da sole e che è nostro compito proiettare nel futuro. Per questo abbiamo fortemente voluto che nel Patto ci fosse un richiamo alla lotta al falso e all’Italian sounding, piaghe che sono un vero e proprio furto di identità e che solo per l’agroalimentare pesano per 100 miliardi di euro. Su questo dovremo fare campagne di comunicazione mirate che facciano capire ai cittadini stranieri che quando comprano un falso Parmigiano o olio o vino, sono allo stesso tempo vittime e complici di una truffa“. (Fonte: Mipaaf)

Presenti anche gli esponenti delle organizzazioni di rappresentanza del mondo agricolo, Cia, Copagri, Confagricoltura e Coldiretti, tra i firmatari del “Patto per l’Export”.

Abbiamo aderito con convinzione al piano lanciato dal ministro Di Maio – afferma il vicepresidente nazionale Cia, Mauro Di Zio, alla cerimonia di firma del Patto -. Mai come ora, è necessario tutelare e promuovere il valore del nostro export a livello internazionale, partendo proprio dall’agroalimentare, che nell’ultimo anno ha registrato l’ennesimo record sfiorando quota 45 miliardi di euro, a dimostrazione della qualità e della strategicità del cibo tricolore all’estero”. Quanto ai contenuti del Patto, per Cia è indispensabile operare in modo unitario, in primis per superare la frammentazione del sistema di promozione internazionale italiano, con il coordinamento delle attività tra livello centrale e livello territoriale (Regioni, Camere di Commercio, enti di promozione), affinché vi sia un’azione coordinata, univoca e integrata a livello internazionale. Bene, poi, la spinta verso l’utilizzo sempre maggiore delle tecnologie digitali come nuova modalità d’incontro tra buyer e imprese, ma questo richiede il superamento del digital divide con le aree interne del Paese, affinché vi sia la disponibilità di una reale dotazione infrastrutturale anche nelle aree rurali, elemento cruciale della competitività delle aziende agricole a livello globale. (Fonte: CIA)

Abbiamo sottoscritto con grande soddisfazione il Patto per l’export che valorizza il ruolo di traino svolto da settore agroalimentare con una grande sinergia del sistema Paese coinvolgendo tutti gli attori fondamentali come Cdp, ICE, Sace e Simest”, ha commentato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini. “Il patto per l’export riconosce il ruolo di traino che svolge l’agroalimentare per l’intero Made in Italy e promuove le necessarie sinergie istituzionali all’estero anche con il coinvolgimento delle Ambasciate” ha concluso Prandini nel precisare che sul piano degli scambi commerciali “occorre impiegare tutte le energie diplomatiche per superare i dazi Usa e l’embargo russo che colpiscono duramente il Made in Italy agroalimentare in un momento difficile per le nostre esportazioni”. (Fonte: Coldiretti)

Il Patto per l’Export ci dà modo di guardare alla fase post-Coronavirus come un’opportunità di crescita, di consolidamento e di sviluppo del Paese. Nel testo, che accoglie diverse proposte avanzate dalla Copagri per la ripartenza dell’agroalimentare nazionale, trovano spazio numerosi interventi che dimostrano come si stia finalmente cominciando a comprendere la strategicità del comparto primario, che nella difficile fase della pandemia ha continuato a lavorare con grande senso di responsabilità, assicurando il regolare e costante rifornimento degli scaffali e delle tavole degli italiani”, ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina intervenendo alla cerimonia di firma. “Condividiamo molti dei pilastri strategici individuati nel Patto per l’Export come prioritari per il rilancio dell’agricoltura; accogliamo con particolare soddisfazione il forte investimento per la comunicazione e per la promozione all’estero delle nostre filiere, delle nostre specialità agroalimentari e del nostro know-how, così come le misure riguardanti la promozione dell’eCommerce, il rafforzamento della partecipazione delle PMI al sistema fieristico e il potenziamento delle risorse pubbliche per contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati a favore dell’internazionalizzazione delle imprese e delle start-up dei giovani imprenditori”, ha evidenziato Verrascina.

Molto promettenti sono poi le azioni individuate per contribuire a conquistare nuovi mercati, che mirano al contempo a difendere e promuovere quelli storici; in questa ottica guardiamo con favore alla creazione di un unico portale pubblico di accesso ai servizi per l’export, con un utilizzo personalizzato per settori e mercati prioritari, e all’inserimento di sei esperti di agricoltura nella rete diplomatico-consolare italiana, che avranno il non semplice compito di ottimizzare il lavoro delle Ambasciate nella promozione del Made in Italy nel mondo”, ha aggiunto il presidente della Copagri. (Fonte: Copagri)

Presenta alla cerimonia anche Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. “Iniziativa tempestiva e utile anche per il rilancio delle esportazioni agroalimentari italiane dopo l’emergenza sanitaria”, ha commentato. Anche Confagricoltura accoglie positivamente in particolare l’inserimento di sei esperti agricoli nella rete diplomatico-consolare, che potranno ottimizzare il lavoro delle Ambasciate nella rimozione di barriere non tariffarie e nella promozione delle eccellenze della filiera agroalimentare. Una richiesta che Confagricoltura aveva da tempo caldeggiato, per colmare una lacuna dell’Italia rispetto ad altri Stati membri.

 “La pandemia ha fermato la corsa delle nostre esportazioni – spiega il componente di Giunta Giordano Emo Capodilista, con delega all’internazionalizzazione, che ha preso parte alla presentazione del patto – Quest’anno potremmo registrare una contrazione superiore al 10%. Con la ripresa, la concorrenza sui mercati sarà ancora più agguerrita. Per questo è importante farci trovare pronti, con un piano teso a valorizzare l’eccellenza delle nostre produzioni. La crescita delle esportazioni di settore avvantaggia anche l’agricoltura, considerando che oltre il 70% dei nostri prodotti è destinato alla trasformazione”. (Fonte: Confagricoltura)

Maggiori informazioni sul Patto per l’Export sono disponibili qui: