Si è tenuta, il 1° ottobre scorso, in Commissione Agricoltura al Senato l’audizione informale del Dott. Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, sulle problematiche della filiera bufalina. Un importante momento di confronto tra l’istituzione e l’IZS in cui sono stati discussi i punti critici e la realtà attuale relativa alla biosicurezza nella filiera, con particolare riferimento alle due zoonosi che limitano il potenziale di sviluppo produttivo, economico, sociale del comparto: turbecolosi e brucellosi.
Il Dott. Limone porta una testimonianza diretta sulla situazione attuale, in quanto coordinatore della task force istituita ad hoc a livello regionale. Il problema è stato affrontato a livello regionale, anche attraverso importanti e numerose riunioni con gli allevatori. Va rilevato che il problema è maggiormente concentrato nella provincia di Caserta, nella quale si trova il 70% del totale di capi della regione. Si tratta di un comparto molto importante, poiché consente a 20 mila persone di avere occupazione e poiché base diretta di una delle DOP più importanti del paniere italiano, ovvero la Mozzarella di Bufala Campana DOP, che ha registrato anche volumi importanti per l’export. I problemi legati alla presenza delle due zoonosi sul territorio campano non creano un danno solamente al comparto, ma sono anche, e soprattutto, un rischio per la salute pubblica.
Le attività svolta dall’IZS del Mezzogiorno hanno coinvolto varie figure, impegnate in un intenso lavoro di presidio del territorio, aspetto che rappresenta, peraltro, una possibilità per il Ministero della Salute di fare lotta alle zoonosi finalizzata all’eradicazione delle stesse. Non eradicare, e quindi continuare a sforare rispetto alle norme in materia, significa rischiare di perdere finanziamenti europei per la profilassi di stato.
La task force coordinata dal Dott. Limone è riuscita a raggiungere due fondamentali obiettivi, mai raggiunti prima: è ora possibile fare profilassi di stato entrando in tutte le stalle, laddove prima in alcuni territori ciò non era possibile. Sono state poi rilevate varie incongruenze legate ad una movimentazione dei capi non sempre chiara ed una non corretta gestione della banca dati, strumento di primaria importanza per l’identificazione dei capi infetti. Il problema dei controlli è legato a mancanza di personale ma anche a territori piuttosto difficili. Le difficoltà di eradicazione risiedono anche nelle condizioni di estrema vicinanza tra allevamenti, spesso separati solamente da un muretto che rende difficile l’isolamento. A contribuire ad una situazione già difficile vi sono poi una gestione non sempre professionale, seria e rigorosa e l’isolamento non sempre condotto.
Il Dott. Limone ha voluto raccontare la realtà dei fatti del mondo bufalino, caratterizzato sì da realtà che arrancano, ma anche da realtà molto avanzate per innovazione e tecnologia, nonché per capacità imprenditoriali rilevanti, chiave per un impatto positivo e serio al mondo della Mozzarella di Bufala Campana DOP. A livello regionale, la biosicurezza è il maggior problema, sul quale la Regione stessa ha concentrato i massimi sforzi per costruire e promuovere una serie di accorgimenti che devono essere rispettati per garantire l’igiene nelle stalle. A tal proposito, un dato rilevante è relativo alla trasmissione per contiguità delle due zoonosi, pari al 90% dei casi. Il Dott. Limone ha portato all’attenzione della Commissione i dati relativi alla prevalenza (9,3% per la brucellosi e 11,9% per la tubercolosi in provincia di Caserta) ed incidenza (6,2% per la brucellosi e 7,1% per la tubercolosi in provincia di Caserta). Questi dati confermano la provincia di Caserta come la più problematica in tal senso, sia da un punto di vista storico che di realtà attuale. Un massiccio lavoro di georeferenziazione permette di avere l’esatta conoscenza dei focolai, nonché la costruzione di un’importante rete di epidemiosorveglianza.
È stato anche discusso il perché la vaccinazione per la tubercolosi sia stata ed è effettivamente un elemento critico, anche alla luce dei requisiti previsti per fare vaccinazione. In tal senso, pessimi sono stati i risultati in Campania, poiché, anziché eseguire il vaccino solo su animali giovani, come previsto, esso è stato effettuato indiscriminatamente su tutti gli animali. Nella misura in cui la vaccinazione viene svolta in questo modo, trattandosi di un vaccino attenuato che però contiene il batterio vivo, la diffusione ambientale è stata così permessa, permettendo al batterio di persistere sul territorio. Altro elemento da considerare relativamente alla vaccinazione sono le percentuali di abbattimento registrate che non giustificano l’uso fatto dei vaccini.
Tutto questo, come rileva Limone, ha delle ripercussioni sulla filiera di trasformazione: allungamento dei tempi di eradicazione in caso di impiego della vaccinazione, problematiche di ordine commerciale data la possibilità di rifiutare il prodotto ottenuto con latte da animali sottoposti a vaccino, calo dell’export, e altro. Quindi, la posizione contraria rispetto alla vaccinazione da parte dell’IZS, peraltro basata su considerazioni scientifiche e discussioni ed azioni da parte dell’UE, è molto chiara. Altri elementi importanti a sostegno della ripresa della filiera sono stati il decreto sulla tracciabilità del 2014, che ha permesso di identificare le infiltrazioni di latte di origine non proprio certa andando a verificare le quantità di Mozzarella di Bufala Campana DOP prodotta, ma anche la stabilizzazione del prezzo del latte, ed ulteriori corposi interventi messi in piedi specificamente.
A seguito dell’intervento del Dott. Limone, si è svolta la discussione in aula con interventi da parte dei senatori presenti.
Da qui: Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare – Ufficio di Presidenza La filiera bufalina, è possibile vedere il video dell’audizione.
Abbiamo parlato di tubercolosi e brucellosi nei ruminanti a livello nazionale in questo articolo.
Ecco il report 2017dell’ECDC: Brucellosi nell’uomo, il report epidemiologico annuale 2017 dell’ECDC