La chetosi è associata a molte malattie della vacca in transizione e la forma subclinica si è dimostrata essere condizione comune nelle vacche ad alta potenzialità produttiva. Gli obiettivi di questo studio di campo olandese sono stati: 1) determinazione dei fattori di rischio della chetosi in forma subclinica [(SCK); 1,2-2,9 mmoli β-idrossibutirrato (BHBA)/L siero] e della chetosi clinica [(CK):≥3.0 mmol BHBA/L siero] a 7 a 14 giorni dal parto; 2) valutare l’associazione fra SCK e CK ed i parametri produttivi registrati durante il primo controllo funzionale. Nella prova, svoltasi nell’annata 2009-2010, sono state inserite 23 stalle e 1715 bovine sono state sottoposte a screening per la chetosi misurando le concentrazioni sieriche di BHBA a 7 e 14 giorni di lattazione. Complessivamente, il 47,2% delle bovine aveva la SCK e l’11,6% aveva la CK. L’analisi statistica è stata utilizzata per valutare i fattori di rischio a livello di animale associati con entrambe le forme di SCK e CK nonché le associazioni fra i parametri produttivi e la patologia in forma clinica e subclinica.

Animali con un punteggio di condizione corporea (BCS) moderato (3,25-3,75) o grassi (≥4) prima del parto erano maggiormente soggetti a sviluppare SCK e CK rispetto a vacche tendenzialmente magre (BCS ≤ 3,0). Il rischio di sviluppare SCK è stato più elevato per animali secondipari e pluripari rispetto alle manze, mentre per la CK solo gli animali dal terzo parto in poi avevano un rischio più elevato. Inoltre è stata valutata l’associazione fra il trimestre dell’anno durante il quale una bovina aveva partorito ed il rischio di SCK e CK. Per la SCK il primo (gennaio-marzo) ed il secondo trimestre (aprile-giugno), mentre per la forma CK i trimestri 1, 2 e 3 (luglio-settembre) hanno aumentato il rischio di sviluppo della condizione di chetosi rispetto ai parti avutisi nel quarto trimestre dell’anno (ottobre-dicembre). Un aumento della produzione di colostro in prima mungitura è stato associato ad un aumento del rischio di sviluppo di iperchetonemia SCK e CK. Una lunghezza della precedente lattazione prolungata e un prolungato periodo di asciutta sono stati entrambi associati con un aumento del rischio di SCK e CK. La chetosi subclinica e la forma clinica erano associate con una maggiore produzione lattea al primo controllo (35,7, 36,2 and 34,5 L/giorno rispettivamente per animali con SCK, CK e sani, P<0,01), un tenore del grasso del latte superiore (4,32, 4,53 e 4,22% rispettivamente per animali con SCK, CK e sani, P<0,05) e una percentuale di proteine del latte inferiore (3,29, 3,17 e 3,39% rispettivamente per animali con SCK, CK e sani, P<0,01) durante il primo controllo funzionale se comparate con animali sani. Il conseguente rapporto grasso:proteine al primo controllo funzionale è risultato essere pari a 1,24, 1,31 e 1,43 per animali sani, con SCK e con CK (ndr).

Nel complesso lo studio conferma i risultati di lavori precedenti: i principali fattori di rischio per entrambe le forme SCK e CK sono l’ordine di parto, il sovracondizionamento preparto degli animali, la stagione del parto e la lunghezza dell’asciutta. Inoltre la lunghezza della lattazione precedente ed i litri di colostro prodotti sono stati identificati come ulteriori fattori di rischio per lo sviluppo di chetosi.

Fonte: T. Vanholder, J. Papen, R. Bemers, G. Vertenten, A.C.B. Berge, 2015. Risk factors for subclinical and clinical ketosis and association with production parameters in dairy cows in the Netherlands. J. Dairy Sci. 98:880-888.