La valutazione del ciclo di vita (LCA) è uno strumento ampiamente utilizzato per valutare i potenziali impatti ambientali della filiera zootecnica e dei prodotti risultanti. Una questione centrale in tali approcci riguarda come gli oneri e i benefici ambientali siano distribuiti tra i prodotti animali e come considerare il letame che è ampiamente usato come input di produzione in agricoltura per i nutrienti oltre ad essere una fonte di biocarburanti.
L’articolo di ricerca The value of manure – Manure as co-product in life cycle assessment (Leip et al., 2019), pubblicato dal gruppo di consulenza tecnica sui nutrienti (FAO, 2018) della Livestock Environmental Assessment and Performance (LEAP) Partnership, presenta una metodologia che calcola l’allocazione delle emissioni dall’allevamento al letame e ad altri prodotti di origine animale come uova, latte, carne, pelle o fibre.
Poiché il letame viene spesso scambiato ad un prezzo che non è necessariamente legato al suo valore nutrizionale come fertilizzante, lo studio quantifica il valore di un’applicazione equivalente di fertilizzanti minerali che l’agricoltore utilizzerebbe per ottenere gli stessi raccolti. Il metodo proposto è illustrato e discusso attraverso due casi studio.
Riconoscere il valore dei nutrienti contenuti nel letame, e quindi trattarlo come un co-prodotto, può incoraggiare gli allevatori a garantire che i nutrienti in esso contenuti all’escrezione non vengano persi durante la gestione degli effluenti ma anzi aumentino il valore equivalente del prodotto.
Leggi le FAO LEAP guidelines on nutrients use efficiency and impact assessment.
Fonte: FAO