La somministrazione di concentrati permette di fornire all’animale dei carboidrati facilmente fermentescibili per supportare le fermentazioni ruminali, ma alimentare le vitelle con concentrati potrebbe comportare una diminuzione del pH del rumine con ipercheratinizzazione e fusione delle papille, soprattutto nel caso in cui il concentrato sia stato finemente macinato. Alcuni Autori, però, riferiscono di come la somministrazione foraggio nelle vitelle incrementi l’accrescimento e l’ingestione di alimento, nonché il peso allo svezzamento. In generale, sembra che gli effetti dell’ingestione di foraggio durante la fase pre-svezzamento dipendano dal contenuto in foraggio nell’alimento starter, dalla fonte e dalla forma fisica in cui il foraggio è offerto, nonché dalla modalità di somministrazione (unifeed o libero accesso al fieno, ad esempio).

Visti i risultati contrastanti di studi differenti, lo scopo di questa meta-analisi e meta regressione è stato valutare gli effetti della somministrazione di foraggi sulle performance delle vitelle da latte, includendo nell’analisi il livello di inclusione nella dieta, la fonte, la forma fisica ed il metodo di presentazione di foraggio in questa categoria di animali.

Si consideravano le pubblicazioni edite tra il 1998 ed il 2016 che riportavano dati in relazione al periodo pre- e post-svezzamento, relative alle vitelle di razze da latte. Studi circa le performance di accrescimento di vitelli e torelli da ingrasso o di razze da carne erano esclusi. Si recuperavano dai database scientifici 21 articoli per un totale di 27 trial distinti. L’analisi statistica era condotta secondo procedure di meta analisi e meta regressione con modello ad effetti random e fissi.

L’analisi statistica restituiva i seguenti risultati. La supplementazione di foraggio comportava aumento del consumo di mangime starter di 0.027, 0.201 e 0.083 Kg/giorno (P<0.01) nel periodo pre-, post-svezzamento e nei due periodi, rispettivamente. L’incremento ponderale era influenzato positivamente dal consumo di foraggio, ma solo nel periodo successivo allo svezzamento, ed aumentava di 0.054 Kg/giorno (P<0.05). L’efficienza alimentare diminuiva (P<0.05) nel periodo post-svezzamento. La somministrazione di foraggio insieme a mangime starter incrementava il peso allo svezzamento (P<0.01).

Per quanto riguarda il contenuto in foraggio della dieta, quando l’alimentazione delle vitelle includeva più del 10% della sostanza secca in foraggio, l’assunzione di mangime starter aumentava sia nel periodo precedente sia in quello successivo allo svezzamento, così come era maggiore l’incremento ponderale medio giornaliero. La forma fisica, la fonte e il metodo di somministrazione del foraggio, invece, non influenzavano l’assunzione del mangime starter nel periodo precedente lo svezzamento. Al contrario, dopo il passaggio alla sola dieta solida, il consumo di mangime aumentava nelle vitelle alle quali era offerto fieno di medica (P=0.02), sopratutto nel caso di mangimi e concentrati macinati o pellettati. Il fieno di medica, invece, era responsabile di una diminuzione dell’efficienza alimentare nel periodo a dieta lattea, soprattutto nelle vitelle che ricevevano unifeed come fonte di foraggio.

Come già riportato da autori precedenti, la somministrazione di foraggio comportava un pH ruminale più alto sia nel periodo a dieta lattea, sia dopo lo svezzamento; ciò si verificava in contemporanea con la diminuzione delle concentrazioni di acidi grassi volatili totali. La quota di propionato non variava in base alla somministrazione o meno di foraggio, mentre aumentava quella di acetato. Il rapporto acetato/propionato diminuiva nelle vitelle non svezzate ma rimaneva invariato nel periodo successivo.

I risultati della meta analisi dimostrano come la somministrazione di foraggio incrementi l’assunzione di mangimi starter nelle vitelle da latte. I dati suggeriscono l’utilità del fieno di medica in associazione a mangimi pellettati o concentrati macinati, al fine di aumentarne l’ingestione. Va ricordato che i prodotti delle fermentazioni ruminali tipiche degli animali adulti possono essere rintracciati nel rumine di vitelli già due settimane dopo la nascita. Le vitelle, infatti, possono sperimentare episodi di acidosi ruminale esattamente come le controparti adulte, per cui la somministrazione di fieni può essere di ausilio nello stabilizzare il pH. Alcuni Autori, infatti, riferiscono di pH ruminale spesso inferiore a 6.0 in vitelle alimentate con concentrati, soprattutto se finemente macinati. La funzione del foraggio, oltre quella di stabilizzare le fermentazioni ed evitare un rilascio eccessivo di acidi grassi volatili, potrebbe essere quella di esercitare azione meccanica sulle pareti ruminali e favorire l’abrasione degli strati cheratinizzati; in questo modo la capacità della mucosa di assorbire i prodotti delle fermentazioni sarebbe conservata, scongiurando l’acidificazione dell’ambiente ruminale. Alcuni studi, infatti, riportano una maggiore espressione della proteina carrier MCT1 (trasportatore del monocarbossilato-1, deputata all’assorbimento degli acidi grassi volatili) sulle cellule dell’epitelio ruminale, in vitelli alimentati con foraggio. Sarebbe inoltre maggiore la quota di saliva (e quindi di tamponi) prodotta durante la masticazione dell’alimento fibroso.

L’aumento dell’incremento ponderale potrebbe essere il risultato della maggiore ingestione di mangimi starter, in quelle vitelle che ricevevano integrazione di foraggio per oltre il 10% della sostanza secca.

In conclusione, l’effetto dell’integrazione del foraggio nelle diete per vitelle da latte non svezzate è modificato da fattori quali il tipo ed il contenuto (< o > del 10% sulla sostanza secca) di foraggio, la forma fisica del concentrato e del foraggio, il metodo di somministrazione (fieno o unifeed). In particolare, la somministrazione di fieno di medica per almeno il 10% della sostanza secca nelle vitelle da latte permette di migliorarne le performance, tra cui l’ingestione di mangime starter, l’incremento ponderale, il peso allo svezzamento, il pH ruminale ed il rapporto acetato/propionato, sebbene si osservi una diminuzione dell’efficienza alimentare. Inoltre, il miglioramento delle performance è più evidente dopo lo svezzamento.

Effects of forage provision to dairy calves on growth performance and rumen fermentation: a meta-analysis and meta-regression

Imani M. et al.

Dairy Sci. 100;1136-1150

DOI: https://doi.org/10.3168/jds.2016-11561