Tre potenti scosse sismiche, iniziate con quella del 25 Agosto 2016, hanno sconvolto un ampio territorio del centro Italia a cavallo tra le Regioni Lazio, Umbria, Marche ed Abruzzo. La terra si è scrollata di dosso antichi e bellissimi paesi e buona parte delle attività produttive che in questi luoghi appenninici sono prevalentemente agricole.
Sull’area del terremoto si è riversato l’affetto e la solidarietà di tanta gente e la cronaca di questi fatti ha impegnato i media di tutto il mondo. Toccante la catena umana di aiuti che anche gli allevatori di tutta Italia hanno attivato per aiutare i loro colleghi.
A dispetto di quanto si voglia far pensare, il nostro popolo è buono e solidale e, di fronte alle sciagure, mostra il meglio di sè, compattandosi e rendendo così visibile l’orgoglio di appartenere a quello che è considerato il più interessante Paese del mondo.
Come spesso succede, finite le emozioni si devono fare i conti con la realtà, quella degli aiuti strutturali e della ricostruzione dove ci si deve confrontare con il vero grande male del nostro Paese: la burocrazia gestita senza intelligenza ma con astenia. Un cavillo, un funzionario solerte che applica pedissequamente una legge incomprensibile o un dirigente che non vuole grane, sono capaci di bloccare il flusso di ingenti capitali pubblici o l’uso delle donazioni dei privati. Perché questo è quello che sta succedendo nella zona del terremoto, l’emergenza è stata gestita egregiamente, mentre la ricostruzione, sia delle attività civili che produttive, procede a ritmi lentissimi.
Amatrice è una delle cittadine che ha pagato al terremoto il dazio più pesante: sono morte solo in questo borgo 239 persone, ossia l’80% di tutte le vittime delle recenti scosse che hanno colpito il centro-Italia, mentre sono state distrutte la quasi totalità delle attività produttive. La Giunta comunale coordinata dal sindaco Sergio Pirozzi, in carica dal 2009, ha gestito la fase di emergenza del terremoto e quella successiva fino alla sua nomina a consigliere della regione Lazio, avendo raggiunto poco meno del 5% nelle elezioni regionali del 4 Marzo 2018. L’incompatibilità della carica di consigliere regionale e sindaco ha fatto sì che quest’ultimo incarico fosse assegnato al vicesindaco Filippo Palombini (4 Maggio 2018) il quale ha chiamato a ricoprire il delicato incarico di assessore al turismo, l’agricoltura e le attività produttive Azelio Marsicola (15 Maggio 2018).
Filippo Palombini, ingegnere edile, e Azelio Marsicola, avvocato, sono anche due importanti allevatori di bovine da latte e di pecore, rispettivamente di Viterbo e di Roma.
Ruminantia ha approfittato dell’invito di Marsicola per prendere parte alla visita ad Amatrice dell’Onorevole Filippo Gallinella, Presidente della commissione agricoltura della Camera, e di altri suoi colleghi parlamentari del Movimento 5 Stelle, per capire a che punto è la ricostruzione ma soprattutto la ripartenza delle attività produttive agricole.
L’incontro non si è svolto in un’asettica sala consigliare ma nell’allevamento di bovine di Sonia Santarelli e nel caseificio Petrucci (Caseificio Storico di Amatrice).
Gli argomenti e le prevedibili rimostranze che gli allevatori presenti hanno voluto fare agli amministratori di Amatrice e ai rappresentanti del Parlamento, possono essere sintetizzate nella “preghiera” di adoperarsi per favorire un rapido ritorno alla normalità per non doversi più preoccupare di dover trascorrere altri inverni e altre estati nelle tensostrutture messe a disposizione dalla Regione Lazio.
Nel solo comune di Amatrice, le forniture di stalle d’emergenza e di fienili da parte della Regione Lazio sono iniziate a fine Novembre 2016, subito dopo l’ultima delle tre grandi scosse telluriche del 24 agosto, 26 ottobre e 30 ottobre. In seguito al forte rallentamento dovuto alle avverse condizioni meteo dei primi mesi del 2017, ad oggi sono state fornite 55 stalle di bovine da latte per 13.860 mq complessivi, 24 stalle per bovini da carne per 6300 mq complessivi, 48 stalle per pecore e capre per 8640 mq complessivi, 63 fienili/magazzini per una superficie complessiva di 40.149 mq e 5 sale di mungitura. E’ stata pertanto data ospitalità “provvisoria” a 1100 bovine da latte, 500 bovini da carne e 4.200 tra pecore e capre e quindi a buona parte (se non a tutto) il patrimonio zootecnico del comune di Amatrice.
Degna di segnalazione e d’invito ad una visita è l’area “food” di Amatrice progettata da Stefano Boeri che ospita gli 8 ristoranti che sono stati ormai distrutti dal sisma. Questa splendida iniziativa è stata finanziata da una raccolta fondi organizzata dal Corriere della Sera-RCS e dal TGLA7.
Ora per Amatrice, ma questo vale per tutta l’area terremotata, è aperta la sfida del ritorno alla normalità e del rilancio produttivo di un area che ha conosciuto abbandono ed emigrazione per fame ed assenza di lavoro verso le città e verso l’estero. In Palombini e Marsicola abbiamo colto la determinazione di dare ad Amatrice un nuova dignità economica che possa far evolvere la fase di assistenza in quella di profitto. Amatrice può concretamente rappresentare quel laboratorio in cui progettare la riqualificazione delle molte aree pedemontane e montane italiane, dove il turismo artistico, naturalistico e gastronomico possono rappresentare un importante presupposto economico per un rilancio. Oltre alla bellezza paesaggistica, l’agricoltura, ed in particolare la zootecnica, possono ricoprire un ruolo decisivo a patto che lo Stato e le amministrazioni locali si facciano promotori d’iniziative che sfavoriscano l’incessante frazionamento della terra coltivabile favorendo invece la semplificazione burocratica per l’apertura di attività produttive e la caratterizzazione delle produzioni locali fino agli ambiziosi obiettivi delle “produzioni tipiche”. Il grande sforzo culturale che gli abitanti di queste aree spesso definite svantaggiate devono compiere, magari con l’aiuto di politici ed intellettuali, è quello di iniziare a cooperare perché 2 + 2 non fa quattro ma 5.
Conoscendo molto bene il curriculum, il vissuto e le motivazioni sia di Palombini che di Marsicola, siamo certi che la ricostruzione architettonica e sociale di Amatrice sia in buone mani. Ci auguriamo inoltre che la presenza del presidente Gallinella e degli altri membri della Commissione agricoltura della Camera, possa aver favorito un’ulteriore sensibilizzazione alla ripartenza di Amatrice che, oltre ad essere un atto dovuto, può essere carica di molti contenuti simbolici per quanto riguarda l’immagine che l’Italia ha nei confronti dei paesi esteri ma, soprattutto, può essere vista come un laboratorio per la nascita di un modello di riqualificazione del nostro paese.
Amatrice 4 Agosto 2018. Il Sindaco Filippo Palombini (a sinistra) e l’Assessore Azelio Marsicola (a destra) nell’allevamento di Sonia Santarelli a Torrita di Amatrice (Rieti).
Il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera On. Filippo Gallinella (al centro).
Antico Caseificio Storico di Amatrice della famiglia Petrucci.
Area food di Amatrice.