Durante la riunione del 28 giugno scorso, la commissione parlamentare ENVI, conformemente al suo piano di controllo annuale per il 2018, ha tenuto una sessione di implementazione della direttiva 91/676/CEE del Consiglio, del 12 dicembre 1991, relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole (la direttiva sui nitrati).

I deputati hanno presentato 19 domande riguardanti diverse tematiche relative all’attuazione della direttiva nitrati. Tra i tanti, è stato posto un quesito relativamente alla designazione delle zone vulnerabili, in particolare per quanto riguarda la posizione della Commissione rispetto a quelle aree che possono presentare inquinamento ancora non incluso nelle zone attualmente designate e se ci sono dei criteri di validazione dei piani d’azione nazionali.

Altre tematiche oggetto di interrogazione scritta hanno riguardato il monitoraggio dei nitrati da parte degli Stati membri dell’UE, la potenziale valorizzazione di sostanze nutrienti presenti nei fertilizzanti di origine animale (che la Commissione spiega con una reale complementarietà tra direttiva nitrati e regolamento fertilizzanti) e quali sono le intenzioni della Commissione per accelerare il progresso relativo alla riduzione degli input di nitrati da parte dell’agricoltura nelle acque sotterranee. A tal proposito, la Commissione Ambiente ha evidenziato il  lieve progresso rispetto alle relazioni del periodo 2012-2015, tuttavia ha notato che si rende necessario il rafforzarmento l’impegno con provvedimenti commisurati in base alle regioni specifiche. Inoltre, ha sottolineato che la PAC dovrebbe tenere conto che non ci possono essere sovvenzioni ad attività che producono elevati livelli di nitrati, vista la situazione delle acque di falda, anche in funzione delle cosiddette eco-condizionalità previste dalla PAC stessa.

Un’ulteriore problematica sollevata riguarderebbe i livelli di fosfati nelle acque, che la Commissione ha risolto rispondendo che, sebbene nella direttiva nitrati non ci sia specifico riferimento ai fosfati, essa prevede una riduzione dell’eutrofizzazione (il cui principale fattore scatenante è legato ai livelli di fosforo nelle acque) tramite la gestione razionale dei fertilizzanti in azienda; nella pratica, molti dei provvedimenti  di gestione dell’azoto a livello nazionale comporatno anche dei vantaggi sui livelli del fosforo.

L’On. Annie Schreijer-Pierik ha osservato che la direttiva nitrati potrebbe essere obsoleta. La Commissione ha replicato che in realtà, per gli obiettivi fissati per il miglioramento della qualità delle acque, non è obsoleta, in quanto lascia agli Stati membri la libertà di valutare ed attuare gli idonei provvedimenti attuativi ed offre strumenti adeguati (buone prassi, programmi d’azione mirati tenendo conto di tutte le prove scientifiche e di tutte le tecnologie).

Per ascoltare il dibattito e gli altri temi presi in considerazione sulla direttiva nitrati, guarda il video.