Introduzione
Durante la prima fase di lattazione la vacca da latte ha un bilancio energetico negativo (NEB) perché l’assunzione di alimenti è insufficiente per rispondere alle esigenze nutrizionali per la produzione di latte. La selezione per una maggiore produzione di latte negli ultimi anni ha amplificato le differenze tra l’assunzione di cibo potenziale e la produzione potenziale di latte. Ciò ha portato ad un NEB intensificato durante le prime fasi della lattazione delle vacche da latte. Durante il periodo di NEB le riserve corporee sono mobilitate per compensare lo squilibrio energetico che si traduce in un aumento plasmatico di acidi grassi non esterificati (NEFA) e b-idrossibutirrato (BHBA) ed una maggiore concentrazione di trigliceridi nel fegato (TAG) . Il glucosio plasmatico, l’insulina e il fattore di crescita insulino-simile I (IGF-I) sono invece diminuiti. I cambiamenti metabolici indotti dal NEB ad inizio lattazione sono associati ad una ridotta fertilità, come ad esempio ad un prolungato intervallo parto-prima ovulazione e prima estro, e ad una diminuzione dei tassi di gravidanza. La ridotta fertilità nelle vacche da latte in NEB sembra essere correlata agli effetti dell’alterazione dei metaboliti e degli ormoni metabolici sui tessuti riproduttivi. Per esempio l’insulina e l’IGF-I stimolano la proliferazione delle cellule della granulosa dei bovini in vitro e sono legati ad un aumento del diametro del follicolo e dell’estradiolo in vivo . Inoltre, elevate concentrazioni di NEFA e BHBA compromettono lo sviluppo degli ovociti e la qualità degli embrioni in vacche da latte in vitro. Una lunghezza del periodo d’asciutta da 6 a 8 settimane viene applicata negli allevamenti dall’inizio del secolo scorso. Oggi lo scopo principale del periodo d’asciutta è quello di massimizzare la produzione di latte nella lattazione successiva. Inoltre, l’inizio del periodo d’asciutta è usato per trattare con antibiotici le bovine con mastite subclinica. Accorciando o omettendo l’asciutta si permette alle bovine di produrre ulteriori quantità di latte e ciò compensa, almeno in parte, la perdita produttiva dopo il parto. Grummer e Rastani hanno suggerito che la riduzione o l’omissione dell’asciutta potrebbe ridurre i cambiamenti fisiologici a fine lattazione e richiedere un minor numero di cambiamenti della dieta e nel raggruppamento delle bovine. Inoltre, l’accorciamento e, in particolare, l’eliminazione dell’asciutta determinano un significativo miglioramento nel bilancio energetico un miglioramento dello stato metabolico durante l’inizio della lattazione. Si può ipotizzare che il bilancio energetico e il miglioramento dello stato metabolico dopo la riduzione o l’omissione dell’asciutta migliorino la fertilità nelle vacche da latte. Infatti Watters et al. hanno rilevato che abbreviando il periodo d’asciutta si ha un esordio più precoce della prima ovulazione e una riduzione del numero di vacche anovulatorie a 70 giorni di lattazione (DIM). Tuttavia Santschi et al. hanno riportato che l’accorciamento del periodo d’asciutta non ha influito sul tasso di gravidanza, sull’intervallo parto-concepimento e sul numero di fecondazioni per gravidanza. A nostra conoscenza, solo due studi sono disponibili per quanto riguarda l’effetto dell’omissione del periodo secco sulla funzione riproduttiva nelle vacche da latte ed entrambi hanno trovato che l’eliminazione dell’asciutta ha ridotto l’intervallo tra il parto e la prima ovulazione. In un precedente studio, abbiamo scoperto che una dieta glucogenica rispetto ad una dieta lipogenica tendeva a ridurre l’intervallo tra il parto e l’inizio dell’attività luteale (OLA) in vacche pluripare, dopo un periodo d’asciutta convenzionale (60 giorni)
Absract
Gli obiettivi di questo studio sono stati la valutazione degli effetti della durata del periodo d’asciutta sull’attività ovarica in vacche alimentate una dieta lipogenica, o una dieta glucogenica, nei primi 100 giorni di lattazione (DIM) e la determinazione delle relazioni tra attività ovarica, bilancio energetico e metabolismo ad inizio lattazione. Vacche da latte Holstein-Friesian (n = 167) sono state assegnate in modo casuale a tre diverse durate del periodo d’asciutta (0, 30 o 60 giorni) e ad una delle due diete in lattazione precoce (dieta glucogenica o lipogenica), risultante in un design a 3×2 fattoriale. Alle bovine è stato monitorato il body condition score, la produzione di latte, l’assunzione di sostanza secca e il bilancio energetico dal parto all’ottava settimana e il sangue è stato campionato settimanalmente da 95 vacche nel medesimo periodo. I campioni di latte sono stati raccolti tre volte alla settimana fino 100 DIM per la determinazione della concentrazione di progesterone. Almeno due campioni di latte successivi con concentrazione superiore a 2 ng / ml sono stati usati per indicare la presenza di attività luteinica. La ripresa della normale ciclicità ovarica è stata definita come l’inizio dell’attività luteale (OLA) che si verifica a 45 DIM o meno, seguita da cicli ovarici regolari di 18 a 24 giorni di lunghezza. Entro 100 DIM post-partum bovine con un periodo d’asciutta di 0 giorni avevano una maggiore incidenza di normale ripresa della ciclicità ovarica (53,2%; 25 su 47 mucche) a fronte di bovine con un periodo di asciutta di 60 giorni (26,0%; 13 su 50 mucche, P = 0,02). Indipendentemente dalla lunghezza del periodo di asciutta o dalla dieta, mucche con OLA a meno di 21 DIM avevano un maggiore body condition score durante le settimane 1 e 2 (P=0,01) e nelle settimane da 1 a 8 (P = 0,01) dopo il parto rispetto alle mucche con OLA maggiore di 30 DIM. Bovine con il primo ciclo ovarico di lunghezza media (18-24 giorni) avevano un maggiore equilibrio energetico (P = 0.03), concentrazioni plasmatiche di insulina (P = 0,03), glucosio (P = 0,04) e IGF-I ( p = 0.04) rispetto alle vacche con lunghezza del ciclo ovarico > 24 giorni ma avevano una concentrazione plasmatica di BHBA (P <0,01) e trigliceridi epatici (P = 0.02) più basse rispetto a vacche con breve durata del ciclo ovarico (18 giorni) durante la prima-ottava settimana. Le differenti diete non hanno influenzato le variabili dell’attività ovarica misurate entro 100 DIM. Concludendo, l’eliminazione del periodo d’asciutta (0 giorni) ha aumentato l’incidenza della ripresa normale della ciclicità ovarica nelle vacche da latte entro 100 DIM rispetto ad un periodo d’asciutta tradizionale (60 giorni). Brevi (<18 giorni) o lunghi (> 24 giorni) cicli ovarici durante il primo ciclo ovarico dopo il parto sono stati associati a grave bilancio energetico negativo e ad uno status metabolico scarso all’inizio della lattazione.
Autori: J.Chen el al. Relationship between metabolism and ovarian activity in dairy cows with different dry period lengths. Theriogenology (2015) 84:1387-1396
http://dx.doi.org/10.1016/j.theriogenology.2015.07.025