Uno studio sulla correlazione tra grassi del latte e tempo di ruminazione registrato con sensori per il rilevamento della ruminazione presenti in commercio.

Introduzione

Il grasso è la componente più variabile del latte; il contenuto in grasso viene influenzato da molteplici fattori interconnessi, tra cui la genetica, la gestione dell’allevamento e la dieta. L’aumento della ruminazione è stato per lungo tempo associato ad una maggiore concentrazione di grassi nel latte, accompagnato dal dogma universale che una ruminazione insufficiente porta ad un abbassamento del pH ruminale e ad una diminuzione della concentrazione di grassi nel latte (Allen, 1997). Tuttavia, il tempo di ruminazione giornaliero (RT) varia notevolmente tra le singole vacche e le associazioni tra ruminazione e concentrazione di grasso nel latte delle mandrie commerciali non sono state ancora ben studiate (Beauchemin, 2018).

I moderni sistemi di rilevamento della ruminazione possono registrare continuamente la ruminazione delle singole vacche, ma la nostra conoscenza su come utilizzare questi dati durante la gestione di un piano nutrizionale per riuscire ad ottenere un aumento del contenuto di grasso nel latte è, ad oggi, limitata. È interessante notare come recenti ricerche abbiano indicato che la ruminazione potrebbe non essere correlata in maniera lineare o positiva al contenuto di grasso nel latte, contrariamente a quanto affermato in precedenza; Johnston e DeVries (2018) hanno osservato l’esistenza di una correlazione quadratica tra RT e concentrazione di grassi nel latte, con la relazione che diventava negativa superati i ~ 450 min/d di ruminazione.

In uno studio precedente (non pubblicato) condotto dal nostro laboratorio, che utilizzava i dati di un singolo giorno di test effettuato su 1.733 vacche in 5 allevamenti, non è stata osservata alcuna correlazione tra l’RT giornaliero basale e la produzione di grassi nel latte. Tuttavia, l’esperimento osservava solamente un singolo giorno di test, limitando l’opportunità di modellare gli effetti della vacca sulla ruminazione e sul grasso del latte. Gli obiettivi di questo esperimento erano quelli di caratterizzare la variazione del tempo di ruminazione nel singolo animale e tra le vacche della mandria, e di esaminare le correlazioni tra ruminazione e quantitativo di grasso nel latte nell’arco di più giorni di test. L’ipotesi era che un tempo di ruminazione maggiore sarebbe associato ad una minor concentrazione di grassi nel latte delle singole vacche, e che gli effetti delle singole vacche contribuirebbero, in maniera determinante, alle variazioni del RT.

Abstract

Spesso si presume che una scarsa ruminazione nella vacca da latte provochi una riduzione del flusso di saliva e del tamponamento ruminale e una diminuzione della concentrazione di grasso nel latte, aspetto importante che contribuisce al suo valore in molti sistemi di determinazione dei prezzi. Il tempo di ruminazione (RT) delle singole vacche può essere misurato con dei sistemi di rilevamento della ruminazione presenti in commercio, ma la nostra comprensione di come l’RT giornaliero (minuti al giorno) sia correlato alla produzione di grasso del latte è molto limitata.

Secondo l’ipotesi dello studio, nelle vacche di una mandria un maggior RT sarebbe associato ad una minor concentrazione di grassi nel latte. Sono stati analizzati i dati raccolti da 1.823 vacche provenienti da 2 allevamenti da latte commerciali situati in Pennsylvania durante 8 test DHIA, per un totale di 8.587 giorni di test per vacca. La ruminazione è stata misurata nell’allevamento A con dei marchi auricolari Cow-Manager SensoOr (Agis Automatisering BV, Harmelen, Paesi Bassi) e nell’allevamento B con collari SCR Hi-Tag (SCR Engineers, Netanya, Israele). I dati della ruminazione sono stati raccolti per 7 giorni consecutivi antecedenti ciascun test DHIA, sommati giornalmente e poi è stata fatta una media tra i giorni. L’RT giornaliero riportato dai sistemi di rilevamento della ruminazione in commercio variava tra le bovine e nelle vacche stesse ed era fortemente influenzato dal fattore vacca. Nell’allevamento A, un maggior RT tendeva ad essere associato ad una piccola diminuzione della concentrazione di grassi del latte, ma questo non appariva correlato al quantitativo di grasso del latte nell’allevamento B. La ragione di questa differenza non è chiara, ma nell’allevamento A la percentuale potenzialmente maggiore della diminuzione del grasso del latte potrebbe essere stata dovuta alla bioidrogenazione. I modelli dei coefficienti, significativi ma piccoli, per il grasso del latte e l’RT indicano che la correlazione tra queste variabili potrebbe non essere abbastanza marcata da consentire l’identificazione di vacche con un abbassamento del grasso del latte indotto da bioidrogenazione sulla base del RT rilevato dai soli sistemi commerciali. È necessaria una ricerca che valuti i cambiamenti della ruminazione prima, durante e dopo l’instaurarsi di una fermentazione ruminale alterata al fine di stabilire se l’RT potrebbe essere un parametro utile per identificare le bovine con un’anomala fermentazione ruminale.

 

 

Relationships between milk fat and rumination time recorded by commercial rumination sensing systems

M. Andreen,1* M. M. Haan,2 C. D. Dechow,1 and K. J. Harvatine1†

1Department of Animal Science, Penn State University, University Park 16802

2Penn State Extension, Leesport, PA 19533

*Current address: USDA Agricultural Research Service Pasture Systems and Watershed Management Research Unit, University Park, PA.

Corresponding author: kjh182@psu.edu

J. Dairy Sci. 103:8094–8104

doi.org/10.3168/jds.2019-17900