L’agrobiodiversità, e quella animale in particolare, non sono una curiosità biologica, oggetto di documentari spettacolari, bucolici e poetici. In un sistema agro-zootecnico in continua evoluzione (si pensi ai cambiamenti climatici, alle dinamiche sociali ed economiche del mercato), l’agrobiodiversità è fondamentale per la sicurezza alimentare dell’uomo e per mantenere, e possibilmente accrescere, la produttività del sistema agro‐zootecnico, consentendogli di adattarsi ai cambiamenti.
Una salvaguardia delle razze locali basata solo sull’intervento istituzionale e sull’approccio conservativo potrebbe non essere sufficiente per tutelarne il patrimonio genetico, formatosi nel corso di generazioni. La prima misura da adottare è l’aumento della loro consistenza, affiancata dalla valorizzazione delle loro produzioni zootecniche, spesso dalle connotazioni tradizionali.
In quest’ottica, il Centro di Ricerca Zootecnia e Acquacoltura del CREA, Sede di Bella Muro (PZ), si è fatto promotore del progetto “Collezione di una banca del seme delle razze autoctone ovine e caprine e strategie per il loro mantenimento e aumento della numerosità”, ricadente nella Sottomisura 10.2 “Sostegno per la conservazione, l’uso e lo sviluppo sostenibili delle risorse genetiche in agricoltura” del PSR Basilicata 2014 – 2020.
Al progetto partecipano l’Università di Napoli, Dip. Medicina Veterinaria e Produzione Animale, l’ARA e tre aziende zootecniche lucane, impegnati in azioni mirate assieme al CREA Zootecnia e Acquacoltura del CREA di Bella Muro; l’ASSONAPA, impegnata in azioni concertate; il Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia del CREA, sede di Potenza, nelle azioni di accompagnamento.
Il progetto, alle battute iniziali, ha durata tre anni, e mira essenzialmente al mantenimento ex‐situ di sei razze, ovine e caprine, a rischio di estinzione e di due nuove individuate a rischio, e all’aumento della numerosità mediante strategie di moltiplicazione. Le razze animali interessate dalle attività sono quattro ovine, Gentile di Puglia, Leccese, Altamurana e Trimeticcio di Segezia, e quattro caprine, Capra di Potenza, Garganica, Jonica, Rossa Mediterranea.
Fra le varie attività (azioni mirate), saranno applicati moderni protocolli di sincronizzazione degli estri e dell’ovulazione e biotecnologie della riproduzione, con raccolta e conservazione del seme maschile. Per ciascuna razza sarà effettuata la caratterizzazione dei parametri produttivi e riproduttivi, in termini di efficienza riproduttiva, e le performance di accrescimenti dei piccoli.
Fra le azioni di accompagnamento, workshop e passeggiate rurali punteranno a favorire l’incontro con gli allevatori e una maggiore sensibilizzazione dell’intero tessuto regionale (quindi anche i consumatori) sulla necessità, importanza e possibilità di preservare e valorizzare la biodiversità animale e le risorse genetiche.
Un passo concreto verso la valorizzazione attiva della biodiversità, fuori dallo schema del “museo” o dello zoo.
Fonte: CREA