Personalmente vado in Fiera a Cremona da quasi 40 anni, senza averne persa neppure un’edizione. Ho iniziato ad andare che ero ancora studente di veterinaria, mi è ancora viva l’emozione della prima volta. Da giovane studente innamorato della veterinaria, e delle vacche in particolare, andare in Fiera a Cremona sapeva un po’ di “pellegrinaggio” verso quello che era il punto di riferimento della produzione del latte bovino in Italia. Il desiderio di entrare in una grande e potente comunità era molto forte. Gli stand degli espositori erano piccoli ma tanti perché il mantra era che a Cremona bisognava andare perché lì una volta l’anno si incontravano tutti quelli che si occupavano di vacche. Le aziende non andavano a Cremona per fare affari o per esibizioni muscolari di potenza economica. Si andava e basta, per annusare l’odore delle vacche e della segatura, salutare gli amici e ossessivamente ripetere: “Ti trovo bene, in grande forma! Che si dice?”. Non ricordo, ma forse mi è sfuggito, che gli espositori facessero il ROI, ossia il ritorno economico di essere presenti in Fiera. Ci si doveva andare per forza perché il non esserci era un problema. Si scatenavano le illazioni sugli assenti e tutti noi pensavamo che sicuramente non erano venuti per difficoltà economiche. Altro non era neppure immaginabile.

Le ditte non esponevano quasi nulla, tranne quelle che producevano attrezzature varie, ma con la loro presenza economica permettevano alla Fiera di esistere. Un po’ come la colletta in chiesa per fare la festa del Santo Patrono a solo ed esclusivo beneficio della collettività. Si andava anche per ascoltare il Ministro dell’agricoltura di turno ed inevitabilmente contestarlo anche brutalmente. Ricordo che si capiva che c’era il Ministro in Fiera dalla presenza di un numero impressionante di agenti quasi in tenuta anti-sommossa. Personalmente ricordo dal Ministro Filippo Maria Pandolfi ai suoi 19 successori. Non ho ancora conosciuto personalmente Teresa Bellanova ma spero che quest’anno in Fiera mi conceda un’intervista da donare a voi lettori di Ruminantia. Mai come quest’anno ho tante cose da chiedere al Ministro dell’Agricoltura perché molte nubi si stanno addensando sul nostro futuro. Dei Ministri prima di Pandolfi non ho memoria. Quando si è giovani si è poco interessati ai modi di esprimersi dei politici.

Molti “anziani” della Fiera di Cremona condivideranno con me che questa manifestazione era un po’ il “capodanno” dell’anno del latte. A Cremona assorbivi come una spugna l’atmosfera, ascoltavi le opinioni dei “carismatici” e decidevi se e come investire in allevamento o nei servizi o prodotti da offrire ai clienti. Vedevi come si evolveva la vacca “bella”.  Di anni brutti ce ne ricordiamo molti ma in Fiera si andava a maggior ragione. Ad un certo punto però alcune aziende hanno cominciato a disertare la Fiera perché il ROI non era adeguato, oppure per far notare la propria assenza perché concedersi con parsimonia al pubblico è un tecnica antica e collaudata per darsi una certa importanza. Ad un certo punto è decaduta l’idea che stare in Fiera con uno stand era come mettere una moneta nel cestino del sagrestano per la Festa del paese. Gli allevatori forse non se ne sono accorti altrimenti probabilmente avrebbero avuto qualche reazione nei confronti di queste aziende. Ad onor del vero, anche chi allora gestiva la Fiera di Cremona ha commesso tanti errori ma è ora è giunto il momento di voltare pagina e rapidamente. Il nostro paese non si può permettere il lusso di lasciare che rancori, ripicche, capricci, campanilismo e smania di potere mettano a repentaglio l’unica Fiera internazionale del Bovino da Latte che abbiamo. Gli allevatori ben sanno che si raccoglie solo ed esclusivamente ciò che si è seminato e gli atteggiamenti di boicotaggio sono per chi li mette in atto estremamente pericolosi se non ben motivati.

Allevatori di vacche da latte tornate in Fiera! Perché questa è essenzialmente la vostra Fiera, di voi che siete i proprietari di questi meravigliosi e complicati animali, voi che producete quel magico alimento che si chiama latte, voi che votate, che comprate le merci degli espositori e che chiamate noi consulenti per aiutarvi.

Tornate in massa in Fiera, appassionati, cattivi, nervosi e propostivi perché questo è quanto di più bello potete trasmettere ai vostri figli, oltre all’azienda. Tornate con la consapevolezza che il nostro paese ha tra le migliori zootecnie e la migliore abilità casearia del mondo. Tornate perché molti popoli stranieri guardano con invidia la traiettoria controcorrente che stiamo percorrendo per far diventare il latte non quella materia che si produce in ogni parte del mondo al prezzo più basso possibile ma un ingrediente con cui fare i nostri meravigliosi formaggi. Tornate perché vi aspettiamo per salutarvi e sentire non solo le vostre domande ma anche il vostro parere negli 11 workshop che abbiamo organizzato per voi nello “spazio Ruminantia” del padiglione 2.