Stiamo seguendo da tempo, e con apprensione, la singolare vicenda della Fiera di Cremona. Noi addetti ai lavori così chiamiamo la Fiera Internazionale del Bovino da Latte che da 74 anni si svolge a Cremona. Molti sono i motivi del nostro interesse. Di uno di questi abbiamo già parlato più volte sulle pagine di Ruminantia sottolineando che un paese come il nostro, riconosciuto leader mondiale nella produzione dei formaggi e in molti settori delle tecnologie d’allevamento, non può permettersi di non avere una Fiera Internazionale dove esibire in nostro saper fare nel latte bovino. Le fiere servono ad attrarre l’attenzione degli operatori di settore, della stampa e del grande pubblico e quindi contribuiscono al rafforzamento del business interno e internazionale. Allo stesso modo non possiamo non avere una fiera generalista dell’agricoltura, una della meccanizzazione agricola, una specializzata sul vino, etc. che sanciscano la nostra leadership mondiale sui vari aspetti dell’agro-alimentare e dove gli operatori possano confrontarsi. Un’altra ragione del nostro interesse è l’incredulità sul perché si sia deciso di “distruggere” un bene comune per interessi personali e corporativi. Gli altri motivi, se ce ne sono, non li abbiamo compresi.

Ad ogni modo, sembra che il buon senso stia prevalendo, che qualcosa delle lungimiranti menti di chi allora credette con forza e determinazione nell’agricoltura italiana creando una struttura legislativa unica al mondo, fondando aziende, inventando cooperative, consorzi, associazioni e fiere, e tutte quelle iniziative volte al bene comune, sia rimasta negli attuali dirigenti. Alla fine sembra che il senso dello stato e il buon senso stiano prevalendo. Sembra insomma che la guerra fratricida alla Fiera di Cremona sia finita, anche perché giustificarla ancora agli allevatori e all’indotto stava diventando imbarazzante e come si sa il popolo ha reazioni imprevedibili per cui il tirare troppo la corda a volte dà risultati inaspettati.

Ma vediamo i fatti. Nei primi giorni dell’Agosto di quest’anno è trapelata da fonti locali (il Coltivatore Cremonese) la notizia che Confagricoltura, Apindustria, Cna, Confcommercio e Libera hanno siglato un documento in cui vengono accettate le proposte di Coldiretti per la gestione e il rilancio della Fiera di Cremona. Dal numero del 10 Agosto 2019 della rivista “la Provincia”, nella cronaca di Cremona, apprendiamo che il Consorzio Agrario di Cremona tornerà ad esporre nella Fiera della sua città. Questa grande cooperativa è un’organizzazione storica fondata nel 1896 che nell’esercizio 2018 ha fatturato poco più di 200 milioni di euro. La sua presenza è altamente simbolica e ci auguriamo che sia il primo passo verso un rilancio di questa manifestazione.

A noi di Ruminantia, che non abbiamo sedi a Cremona e che ci occupiamo d’informazione nazionale ed internazionale, rimane però qualche dubbio e perplessità. Tutte le notizie relative alla Fiera Internazionale del Bovino da Latte le ricaviamo solo da “amici” e testate locali, come La Provincia, Mondo padano, Cremona oggi, etc. Non troviamo in Rete, o meglio nelle ricerche organiche sui motori di ricerca, opinioni della politica nazionale e delle sigle sindacali su questo evento. Forse “Cremona”, per un suo effettivo rilancio dopo la fine delle scaramucce di cui è stata vittima, dovrebbe essere oggetto d’interesse strategico nazionale, come lo sono le altre fiere internazionali attinenti (Fieragricola di Verona, Vinitaly, Eima e Cibus). Che poi queste fiere abbiano sede rispettivamente a Verona, Bologna e Parma ai più interessa relativamente se non per il fatto che ci siano sufficienti hotel, parcheggi e treni ed aerei nelle vicinanze.

Da come sentiamo e leggiamo sembra che la Fiera Internazionale della Bovina da Latte di Cremona sia ancora percepita come una fiera locale che ha come mission prevalente quella di valorizzare la filiera locale del latte. Se questa sarà la scelta, più o meno consapevole, bisognerà pensare ad un’alternativa perché il nostro paese, almeno quello produttivo, ha bisogno di un momento in cui esibire al mondo l’Italian style nel saper fare il latte e trasformarlo. Come abbiamo già annunciato, Ruminantia sarà presente in Fiera a Cremona con molte iniziative, che a breve divulgheremo, finalizzate a dare il nostro piccolo e grande contributo al consolidamento del successo nazionale e internazionale del nostro saper fare al meglio ogni tassello del percorso che ha come risultato finale le eccellenze casearie che il mondo ci riconosce ma per le quali non ci si deve cullare sugli allori perché, come la storia insegna, “nulla è per sempre”.