Introduzione

Gli obiettivi della terapia in asciutta (DCT, dry cow therapy) nella bovina da latte sono sostanzialmente due: eliminare una infezione intramammaria (IMI) esistente al momento della messa in asciutta e prevenire nuove IMI durante il periodo di asciutta (DP, dry period), e nel primo postparto. In genere gli studi hanno indagato l’efficacia dei prodotti per la terapia in asciutta comparando il tasso di cura dalle IMI di prodotti differenti. La cloxacillina rappresenta il prodotto termine di confronto più diffuso a causa del suo largo impiego nella DCT. Nei vari trial reperibili in letteratura si riscontra una forte variabilità, forse imputabile a differenze nel protocollo utilizzato o ai diversi prodotti impiegati. Non essendo disponibile una revisione sistematica degli effetti della DCT, l’obiettivo di questa meta-analisi è fornire una visione quantitativa del tasso di cura dalle IMI in base all’impiego di diverse strategie di DCT, basandosi sulla letteratura peer-reviewed esistente.

Materiali e metodi

I lavori selezionati, per poter essere inclusi nella meta analisi dovevano: 1) essere originali e pubblicati su riviste peer-reviewed; 2) riportare il tasso di cura dalle IMI a livello di singolo quarto, ed il numero totale dei quarti considerati in almeno due gruppi di animali (controllo e trattamento), nonché il numero dei quarti infetti per ogni gruppo; 3) essere scritti in inglese; 4) riportare un dataset o un protocollo originale.

Soddisfacevano i criteri di inclusione 22 lavori. Il protocollo più utilizzato consisteva nell’applicazione del trattamento al livello del singolo quarto. Anche gli studi che riportavano il tasso di cura per il singolo quarto fino a 21 giorni postparto erano inclusi nell’analisi. Un quarto era considerato risanato quando il patogeno presente al momento della messa in asciutta non era isolato più isolabile al parto o successivamente. Quando la specie patogena isolata nel postparto differiva da quella riscontrata alla messa in asciutta, si considerava il quarto risanato durante l’asciutta ma si attribuiva insorgenza di una nuova IMI.

Risultati

Tutti gli studi erano basati su trial randomizzati in campo, eccetto tre che prevedevano un approccio di studio sperimentale. La presenza di infezione al momento della messa in asciutta era spesso utilizzato come criterio di inclusione dei soggetti nello studio. La maggior parte degli studi prevedevano un gruppo di controllo (no terapia), eccetto quelli che utilizzavano la terapia con cloxacillina come controllo. In tutti i lavori i campioni di latte erano prelevati alla messa in asciutta, al parto e 21 giorni dopo. Il campione prelevato alla messa in asciutta era utilizzato per la conferma di una IIM esistente a livello di quarto, mentre i campionamenti effettuati al parto o successivamente avevano lo scopo di accertare il risanamento del quarto prima infetto. Per i prelievi erano seguite le linee guida del National Mastitis Council.

Nel confronto tra DCT e nessun trattamento, la DCT era eseguita tramite infusione intramammaria di antibiotico nei quattro quarti, eccetto in uno studio nel quale si faceva uso di terapia sistemica. Stessa via di somministrazione era osservata per la cloxacillina e altri presidi antibiotici. Nel confronto tra sigillanti endomammari e assenza di DCT, i sigillanti erano applicati a tutti i quarti.

In generale, il tasso di cura per la DCT era del 78%, mentre la cura spontanea (no DCT) era del 46%. I quarti con IMI che ricevevano anche la DCT presentavano un tasso di cura 1.78 volte maggiore rispetto a controlli. L’analisi non individuava nessun bias di pubblicazione.

Il tasso di cura medio per Staphylococcus. spp. dopo DCT era del 77% contro il 44% dei controlli, con un rischio di cura 1.65 volte maggiore per il primo gruppo rispetto al secondo. Anche in questo caso, non si riscontravano bias. Per le infezioni da Streptococcus spp., invece, il tasso di cura in seguito a DCT e spontaneo era, rispettivamente, dell’89% e 47%, senza bias ad influire sul risultato.

Non vi era differenza nel tasso di cura in seguito a DCT eseguita con cloxacillina o altri prodotti, anche per le IMI sostenute da Staphylococcus spp.

Discussioni e conclusioni

Il rischio relativo di cura per le IMI causate da Staphylococcus spp. non differiva statisticamente da quello per Streptococcus spp. Ciò potrebbe essere spiegato da differenze tra i ceppi patogeni considerati, che nel processo di meta-analisi vengono annullate dalla sommatoria dei diversi risultati. La DCT selettiva, basata sulla conta delle cellule somatiche del singolo quarto, non differiva nel tasso di cura dalla DCT estesa ai quattro quarti. Il tasso di cura per la DCT selettiva aumentava, invece, quando dal calcolo erano esclusi i quarti con più di 400.000 cellule/ml. Questo potrebbe suggerire che il successo della DCT selettiva può essere dipendente da fattori relativi alla bovina.

Sulla base dei risultati ottenuti si può concludere che la DCT è efficace nel risanare e proteggere i quarti trattati contro le IMI preesistenti e le nuove infezioni che potrebbero instaurarsi durante il periodo di asciutta, fino a 21 giorni dopo il parto, sebbene il tasso di successo dipenda anche dal tipo di patogeno considerato e probabilmente da altri fattori relativi alla bovina stessa. La combinazione della DCT con sigillanti endomammari potrebbe rappresentare una valida procedure per alcune aziende in quanto la DCT sarebbe in grado di risanare i quarti già affetti, mentre l’uso dei sigillanti potrebbe prevenire le nuove IMI durante l’asciutta.

Riguardo la DCT selettiva, quando il trattamento è effettuato a livello della bovina (e non del singolo quarto), essa permette di ottenere lo stesso tasso di cura della DCT: 1.78 e 1.76, rispettivamente.

Le informazioni restituite dalla presente meta-analisi potrebbero essere utilizzate per future analisi di tipo economico.

 

Meta-analysis of dry cow management for dairy cattle. Part 2. Cure of existing intrammamry infections.

  1. Halasa et al.
  2. Dairy Sci. 92 :3150–3157

doi: 10.3168/jds.2008-1741