Introduzione

Il mancato trasferimento dell’immunità passiva nel vitello (failure of passive transfer, FPT) comporta maggiore rischio di mortalità e scarsa longevità. Esso si verifica quando il vitello neonato non assorbe una quantità sufficiente di immunoglobuline (Ig) entro le prime ore di vita. La prevalenza della FPT è variabile, in base anche al metodo ed ai valori soglia utilizzati per diagnosticarla, ma generalmente oscilla tra il 20 ed il 40% dei vitelli neonati. La mortalità correlata alla FPT è considerata compresa tra l’8 ed il 25%. Assicurarsi che il vitello assuma una quantità sufficiente di colostro nelle prime ore di vita è una ottima strategia per ridurre la FPT ed i disordini ad essa associati. La quantità minima di Ig necessarie al vitello al fine di prevenire la FPT è di circa 150g.

Sebbene le buone pratiche per assicurare una corretta gestione del colostro siano ben conosciute, la FPT è ancora diffusa negli allevamenti sia da latte sia da carne. Poiché la FPT è associata all’aumento del rischio di diarrea nei vitelli e di malattia respiratoria (bovine respiratory disease, BRD), essa contribuisce anche all’utilizzo di antimicrobici e, in ultima analisi, all’incremento dell’antibiotico resistenza. L’analisi dei costi relativi alla FPT potrebbe giocare un ruolo chiave nelle procedure decisionali dell’azienda, ma a causa delle interazioni tra FPT, malattie nei vitelli ed altri fattori, la stima è difficilmente eseguibile in condizioni di campo.

Questo lavoro è volto a stimare i costi totali di eventi quali la FTP in un modello di allevamento Europeo attraverso modelli matematici stocastici e procedure di meta-analisi.

Materiali e metodi

Al fine di essere inclusi nella meta-analisi, i lavori selezionati tramite ricerca nei database scientifici dovevano esporre il rischio di disordini vari (mortalità, malattie, variazioni delle performance produttive sia nei vitelli controllo sia in quelli con FPT) ed essere peer-reviewed.

Si selezionavano 15 lavori che analizzavano l’associazione tra FPT, disordini e malattie nei vitelli e parametri produttivi. Tali associazioni erano quantificate, a seconda degli studi, tramite Risk Ratio (RR) o Odds Ratio (OR); nel presente lavoro saranno indicate indistintamente come “rischio”. La FPT era diagnosticata in base ai valori soglia di Ig o di Proteine Totali (TP) nel siero dei vitelli, generalmente sottoposti a prelievo ematico entro le 24-36 ore dalla nascita. La costruzione del modello economico, al fine di valutare il costo finale della FPT, utilizzava il principio dell’aumento del rischio di mortalità, di malattia e di minore incremento medio giornaliero (ADG) nei vitelli con FPT rispetto ai controlli. Esso considerava il costo totale come le spese conseguenti a FPT in una azienda con una certa prevalenza di FTP, rispetto alle medesime spese sostenute da una azienda con prevalenza di FTP di riferimento. Si calcolavano la mortalità per ogni malattia, l’entità delle performance produttive dopo FPT, il valore di vendita del vitello, il peso al momento della vendita, il costo dei farmaci utilizzati (in base ai protocolli più diffusi in campo) ed altri fattori, nonché le interazioni tra questi, in una azienda media con 100 vitelli.

Risultati

Il rischio medio di mortalità (± deviazione standard) associato a FPT era 4.87 ± 7.62, con grande eterogeneità all’interno del dataset. Il rischio medio di BRD era 2.24 ± 1.20; il rischio di diarrea era 1.71 ± 0.70 ed in entrambi i casi si identificava ampia eterogeneità tra gli studi. Alcuni lavori fornivano il rischio di almeno un disordine e/o di un trattamento farmacologico nei vitelli con FPT: il valore corrispondeva a 2.72 ± 1.71. La diminuzione dell’incremento ponderale medio giornaliero era molto variabile (81 ±76 g/giorno).

Il costo totale della FPT in uno scenario medio era di €60 ed €80 in un allevamento da latte ed in uno da carne, rispettivamente. Quando la prevalenza di FPT aumentava, i costi associati raggiungevano €95 ed €132 nell’allevamento da latte e carne. Nel caso in cui le manze partorivano per la prima volta a 2.5 o 3 anni, i costi incrementavano rispettivamente del 20 e del 40% rispetto allo scenario medio.

Discussione

I valori soglia delle Proteine Totali o delle Ig ai fini della diagnosi di FPT erano variabili tra gli studi considerati, ma comunque riconducibili ai limiti comunemente utilizzati. Generalmente i disordini subclinici associati a riduzione delle produzioni sono definiti secondo il limite di riferimento di un metabolita o di un parametro biochimico-clinico in modo tale da massimizzare la sensibilità e la specificità del test diagnostico (es.: chetosi subclinica). Studi di questo tipo che considerino la FTP sono rari e sarebbe necessaria una maggiore standardizzazione nella diagnosi di FPT, al fine di evitare errori di sovrastima dei rischi per mortalità e morbilità in seguito a mancato trasferimento di immunità passiva.

Le dimensioni del dataset estratto dai lavori considerati erano modeste e restituivano un rischio di diarrea o BRD in seguito a FPT relativamente bassi, soprattutto per la prima. Ciò è in accordo con l’alta prevalenza di diarrea anche nei vitelli esenti da FPT. Per quanto riguarda la BRD, è noto che la vaccinazione delle madri per BRD prima del parto, assieme alla buona gestione del colostro e della sua somministrazione al vitello, permette di controllare la BRD nei neonati.

Non erano disponibili dati sulle interazioni tra diarrea e BRD nei vitelli con FPT, sebbene in bibliografia sia descritta una correlazione tra i due eventi.

Infine, il funnel plot non rivelava bias di pubblicazione.

Per quanto riguarda le considerazioni sui costi aziendali della FPT, le spese che potrebbero essere evitate migliorando la gestione dei vitelli possono essere calcolate come spese totali relative al singolo caso per il numero totale dei vitelli presenti, moltiplicate per la prevalenza aziendale di FPT. A ciò andrà sottratto il costo del singolo caso moltiplicato per una prevalenza di riferimento (deducibile dalla bibliografia o dall’esperienza del medico veterinario libero professionista). I calcolo di tali costi e del loro impatto sull’economia aziendale potrebbero essere utili nelle procedure decisionali circa il management dell’azienda.

Fattori come l’ADG, le onfaliti e le setticemia sono ancora difficilmente quantificabili circa il loro impatto sulle spese aziendali. La letteratura suggerisce che le curve di accrescimento di vitelle con FPT siano inferiori ai controlli, seppure parallele, forse ad indicare che nel calcolo dei costi debba essere incluso solo un quarto o metà del peso dell’ADG negli animali con FPT, oppure che debba essere considerata la diversa gestione del colostro nelle femmine e nei maschi, negli allevamenti da latte. Utilizzando tale approccio, il costo di FPT in relazione all’ADG risultava essere di €28.2 e di €51.1 in vitelli da latte maschi e femmine, rispettivamente.

Conclusioni

Il presente lavoro fornisce una stima del rischio di mortalità, diarrea e BRD in caso di FPT. Tali risultati possono essere utilizzati in campo per compiere decisioni circa il management aziendale, o per la calibrazione di studi epidemiologici e/o economici. In media l’impatto della FPT raggiunge €60 ed €80 per vitello in un allevamento da carne e da latte, rispettivamente.

 

Failure of passive immune transfer in calves: a meta-analysis on the consequences and assessment of the economic impact.

  1. Raboisson et al.

Plos One, March 17, 2016

doi: 10.1371/journal.pone.0150452