Secondo un’indagine CIA-Censis illustrata da Andrea Toma (Censis) nell’ambito delle celebrazioni per il 40° anniversario della costituzione della Cia-Agricoltori italiani le politiche più utili al rafforzamento del settore agricolo sarebbero rapprsentative secondo il campione intervistato da:

  • Semplificazione degli adempimenti burocratici in capo alle aziende (49.0%);
  • Abbattimento del carico fiscale (22%);
  • Tutela del Made in Italy (12.1%);
  • Sostegno economico all’avvio dell’attività di impresa da parte dei giovani (8.3%);
  • Promozione di accordi quadro e di filiera (4.5%);
  • Supporto all’innovazione e all’internazionalizzazione del settore (3.2%);

Da quarant’anni con gli Agricoltori Italiani. Per Impresa, Autonomia, Rappresentanza. Al centro della nuova iniziativa della Cia, nell’ambito delle celebrazioni per il suo quarantennale, c’è la storia: il percorso politico e sociale dell’unificazione tra Alleanza Contadini, Federmezzadri e UCI, da cui nacque nel 1977 la Confederazione italiana coltivatori che poi, nel 1992, evolse nell’attuale Confederazione Italiana Agricoltori. Un excursus che racconta anche l’evoluzione della rappresentanza sindacale e dell’impresa agricola in Italia. Teatro dell’appuntamento l’Auditorium Giuseppe Avolio di Roma, dove il presidente nazionale Dino Scanavino ha disegnato l’identikit della nuova organizzazione agricola professionale. “La Cia di oggi guarda alle sue radici, ma vive nel presente ed è proiettata nel futuro -ha sottolineato- per definire una nuova rappresentanza: concreta, connessa con il reale, vicina ai bisogni degli imprenditori associati, specifica, competente, non generalista, non autoreferenziale”.

Una rappresentanza moderna che è frutto di tante battaglie: per difendere il reddito dei produttori, per uno stato sociale più equo, per una Pac semplice e senza ritardi nei pagamenti, per un’amministrazione più veloce ed efficiente, per affermare l’immagine di un’agricoltura seria e coraggiosa, fatta di agricoltori e non di slogan. D’altronde, ai produttori non interessano le parole. Come dimostra un altro dato dell’indagine Cia-Censis il 54,2% degli italiani afferma che, per dare un contributo alla ripresa dell’Italia, le strutture di rappresentanza devono impegnarsi in progetti concreti che coinvolgano i cittadini. Un dato che cresce se la platea di riferimento sono gli agricoltori.

Per i quali -secondo lo studio di Cia e Censis- la spinta all’iscrizione a un’associazione di rappresentanza dipende oggi da due fattori essenziali: l’idea che ci sia qualcuno in grado di rappresentare in sede politica interessi ed esigenze degli imprenditori agricoli (76,6%) e la possibilità di avvalersi di servizi ad hoc che l’associazione mette a disposizione dei propri iscritti (93,6%). “Non solo saper fare ma saper ascoltare, non aspettare negli uffici ma andare nelle aziende -ha commentato Scanavino- non essere soltanto i migliori in un singolo servizio, ma offrire una gamma di servizi che sia completa e integrata. Alla persona e all’impresa. Questo è l’obiettivo della Cia, da qui ai prossimi 40 anni”. All’iniziativa confederale sono intervenuti Patrizia De Luise, presidente Confesercenti; Maurizio Gardini, presidente Alleanza Cooperative Italiane; Sergio Ricotta, presidente Confagricoltura Lazio; Daniele Vaccarino, presidente CNA; Anna Cinzia Bonfrisco, senatrice; Simona Caselli, assessore regionale Agricoltura Emilia Romagna; Giovanni Cannata, rettore Universitas Mercatorum; Andrea Toma, Censis.

Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ha detto “Occorre fare un lavoro più robusto a livello italiano ed europeo per tutelare i nostri produttori alla luce del cambiamento climatico in atto.  Abbiamo bisogno di strumenti nuovi per accompagnare la gestione dei rischi a livello comunitario – ha precisato Martina – noi faremo la nostra parte iniziando a rafforzare il Fondo di solidarietà nazionale, meccanismo di tutela per le imprese per affrontare questi eventi ma anche semplificando l’utilizzo delle assicurazioni”.  Secondo Martina “dobbiamo lavorare perché sostenibilità e innovazione in agricoltura si tengano la mano in Italia in Europa e in questo ambito le organizzazioni agricole sono fondamentali. Abbiamo sempre cercato di lavorare insieme in un confronto positivo – ha concluso il ministro – riconosco il lavoro importante fatto dalla Cia in questi 40 anni, la sensibilità su alcuni temi e la collaborazione che ci ha sempre fatto guardare avanti”.

L’asssessore dell’Emilia-Romagna, Simona Caselli, è intervenuta in rappresentanza della Conferenza delle Regioni, chiamata a sostituire il presidente Stefano Bonaccini trattenuto in regione da un improrigabile impegno istituzionale.  L’assessore ha ricordato il progressivo e crescente impegno delle Regioni nell’utilizzo dei fondi per far fronte al dissesto idrogeologioco, anche se non mancano i problemi ed occore un impegno maggiore sul fronte della semplificazione. Si è poi soffermata sulle necessità legate ad un impegno per far fronte ai problemi collegati al cambiamento climatico. Ha poi citato diverse esperienze positive dell’Emilia-Romagna e ha insistito particolamente sulle sfide che attendono il sistema Paese rispetto alla nuova Politica agricola comune (Pac) dopo il 2020. Un impegno poer difendere il complesso delle risorse ed un impegno di squadra, dove però è fondamentale dimostrare di saper stare in Europa anche attraverso un’accorta rete di alleanze.  E a tal rigiardo ha voluto ricordare la propria esperienza al vertice di un’associazione eutropea dell’ortofrutta che rappresenta diverse regioni dell’Europa mediterranea.

Fonte: Conferenza delle Regioni e delle Province autonome